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Una Liberazione diversa

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venerdì, 24 aprile 2020 22:38

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Rosario Pesce
È evidente che le celebrazioni di quest’anno della Liberazione non potranno che essere molto dissimili da quelle degli anni precedenti, visto che l’attenzione della pubblica opinione è monopolizzata dalla vicenda Covid e dalle conseguenze che la stessa può produrre.
Nel 1945, gli italiani si liberarono dal Nazi-Fascismo; oggi, molto forte è la volontà di liberarsi da un nemico, come il virus, che moltissimi danni ha già cagionato all’economia ed alla società mondiale.
Purtroppo, molti sono i dubbi in merito all’uscita dall’emergenza: nei prossimi giorni, inizierà la Fase 2 che reca con sé moltissime incertezze, visto che, in assenza di un vaccino efficace, numerose sono le possibilità che il virus, a breve o nel medio termine, possa riesplodere con la medesima virulenza dello scorso mese di marzo, quando causava circa mille morti al giorno e cinquemila nuovi contagi conclamati ogni ventiquattro ore.
Ma, la società può e deve tornare, in modo progressivo e con tutti i margini di sicurezza possibili, alla vita normale o tendenzialmente tale, visto che una quarantena di circa due mesi porterà conseguenze, i cui effetti si avvertiranno per molti anni, non solo in termini strettamente economici o finanziari.
Si tornerà in società rispettando il criterio del distanziamento fra le persone, che è ovviamente una prescrizione molto infelice, ma strettamente necessaria in termini di prevenzione e profilassi.
Saremo, noi tutti, capaci di osservare le prescrizioni del Governo centrale e di quelli regionali, dalla cui osservanza molto dipenderà il nostro futuro in termini epidemiologici?
Quali conseguenze produrrà il caldo estivo incipiente sulla vita del virus?
Saremo in grado di ricostruire un tessuto sociale, che ovviamente il Covid – e le paure che trascina con sé – ha fortemente indebolito?
Le relazioni interpersonali potranno mai tornare ad essere, almeno, comparabili a quelle pre-Covid?
Certo, in questi mesi e nelle prossime settimane, combattiamo e continueremo a combattere contro un nemico infido ed oscuro, che ci ha portato via l’affetto di decine di migliaia di persone finora, contro cui siamo sicuri che - come società e come singoli – vinceremo proprio come fu, nel 1945, contro il Fascismo ed il Nazismo.
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