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Lettera aperta al Presidente del Consiglio incaricato

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mercoledì, 10 febbraio 2021 18:51

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Rita Farricelli
Gent.mo Prof. Mario Draghi,
ho appena ascoltato la sua ipotesi in merito a un cambiamento del calendario scolastico al fine di recuperare i mesi persi con l’emergenza pandemia.
Sono costretta a contraddirla, ma non gliene faccio una colpa per il semplice fatto che Lei è distante dalla scuola come io dalla finanza.
Con nota Ministeriale n° 388 del 18 marzo 2020 viene spiegato che “la didattica a distanza prevede infatti uno o più momenti di relazione tra docente e discenti, attraverso i quali l’insegnante possa restituire agli alunni il senso di quanto da essi operato in autonomia, utile anche per accertare, in un processo di costante verifica e miglioramento, l’efficacia degli strumenti adottati”.
Con la DAD il lavoro di tutti i docenti è aumentato, soprattutto l’impegno pomeridiano per la preparazione delle lezioni che hanno visto una metodologia diversa rispetto alla didattica in presenza.
La didattica in remoto è stata solo la parte conclusiva di un impegno pomeridiano e di una abnegazione di tutti noi docenti pertanto il percorso di apprendimento dei nostri alunni non si è mai interrotto.
Tutte le componenti della SCUOLA, insegnanti, dirigenti, personale Ata, studenti e famiglie, hanno dimostrato un senso di responsabilità, di appartenenza e di disponibilità, ma soprattutto una grande capacità organizzativa.
La DAD ha richiesto soprattutto ai docenti un grande impegno nel ricorso alle proprie capacità intellettive, emotive, personali e interpersonali che ad oggi mai nessuno ha menzionato e riconosciuto.
Mai un GRAZIE!
Gent.mo Prof. Mario Draghi, dei problemi di cui sopra è doveroso che gliene elenchi alcuni:
 Studenti senza strumenti informatici o una inadeguata connessione internet;
 Studenti BES e DSA che, malgrado la so¬spen¬sio¬ne del¬l’at¬ti¬vi¬tà di¬dat¬ti¬ca, non hanno in¬ter¬rotto il pro¬ces¬so di in¬clu¬sio¬ne;
 Studenti diversamente abili.
Nonostante tutto siamo stati in grado, dopo un breve periodo di disorientamento, di darci delle regole e di adeguarci a un nuovo modo di fare scuola. Abbiamo tenuto per mano i nostri bambini/alunni/studenti, abbiamo dato loro serenità, ma, soprattutto, abbiamo fatto sentire sulle loro spalle, oltre le mani dei genitori, anche le nostre.
La scuola non li avrebbe lasciati mai soli .
Cosa bisogna recuperare?
Forse il lavoro sommerso che durante la DAD è duplicato?
Non si comprende!
A Lei forse sfugge che il lavoro dei docenti non è fatto soltanto di ore di didattica frontale, ma di tante altre attività espletate, silenziosamente, nelle nostre abitazioni come la correzione degli elaborati scritti, di preparazione delle lezioni che non vengono conteggiate nello stipendio dei docenti.
Si tratta, dunque, di un lavoro nascosto che lo Stato non ha mai voluto e non vuole riconoscere e soprattutto non vuole affatto monetizzare!
Cosa dovrebbe chiedere il mondo della scuola al Governo, dove tutto è stato il contrario di tutto?
Finora il Governo non è stato in grado di elaborare un piano efficace per la ripresa della didattica in presenza e soprattutto in sicurezza. Le ricordo che ogni giorno ogni singolo docente incontra circa 20 alunni per classe! Non ci sono solo obblighi, ma anche garanzie che, purtroppo, ad oggi non ci sono state date.
Ma Lei, a questo punto, ci chiede di recuperare!
Ma “Cosa”?
Tra non molto si concluderà la mia fase lavorativa nella scuola, sicuramente l’unica cosa che mi mancherà sarà il guardare il mondo attraverso gli occhi dei miei alunni.
Occhi che mi fanno sperare in un futuro migliore.
Auspico che il Suo Governo avverta con urgenza la necessità di ridare dignità alla Scuola e ai Docenti, schiacciati ogni giorno dal dilagare della burocrazia che, a volte, smussa lo slancio e la passione di insegnare.
Mi auguro che Lei condividerà che scuola, sanità, giustizia e sicurezza - se messe nelle condizioni di funzionare bene - rappresentano i veri perni di uno Stato efficiente ed effettivamente democratico, ove i diritti sono garantiti a tutti i cittadini.
Cordiali saluti.
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