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L'Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA, Osservatorio Nazionale Amianto
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Fabrizio Federici
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Un importante iniziativa ha caratterizzato la IV edizione del "Fair Play for Life 2025", la manifestazione - svoltasi a Roma, presso il Salone d’Onore del CONI- che ricorda ogni anno la grande importanza del "giocare corretto" sia nello sport che in tutti i campi della vita. L’evento ha visto la consegna dei premi, in pieno stile olimpico, organizzata da Ruggero Alcanterini, presidente del CNIFP (Comitato Nazionale Italiano Fair Play), con la collaborazione dei Vicepresidenti Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA, Osservatorio Nazionale Amianto, e Renato Mariotti, sindaco di Loreto Aprutino (Pescara), e del Segretario generale di Fair Play Roberto Antonangeli.
Ricollegandosi alla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, caduta il 25 novembre, Alcanterini si è soffermato sulla storia della “Tedofora” dell’artista catanese Emilio Greco, una delle sculture più riconoscibili legate alle Olimpiadi di Roma del 1960. L’opera raffigura una giovane donna nell’atto solenne di portare la fiaccola olimpica, simbolo di continuità tra la storia dello sport ellenico e italiano, e il presente. Durante la cerimonia, è stata consegnata simbolicamente l’originale torcia olimpica di Roma 1960, custodita in teca insieme ad altri cimeli concessi dalla famiglia Garroni.
Quattro istituti scolastici, inoltre, hanno manifestato interesse a inserire il Fair Play nell’insegnamento dell’Educazione civica: come illustrato da Roberto Novelli, deputato emerito e Vicesindaco di Cividale del Friuli e da Paola Frassinetti, sottosegretario al ministero dell’Istruzione e del Merito. Il Fair Play rappresenta un modello di comportamento basato su rispetto, correttezza e responsabilità, per formare cittadini consapevoli e collaborativi.
Il generale Federico Sepe , Capo Ufficio emerito per le Relazioni con il Pubblico dello S.M. Aeronautica, ha presentato il calendario del centenario dell’UNUCI, Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia: sottolineando come il Fair Play rispecchi i valori di disciplina, etica e spirito di servizio della tradizione militare italiana.
Durante la cerimonia sono stati premiati numerosi protagonisti dello sport, della cultura e delle istituzioni. Paola Vegliantei, presidente dell’Accademia della Legalità, ha parlato dell’importanza di diffondere nelle scuole i valori civici e di contrastare ogni forma di violenza. Massimiliano Iannuzzi Mungo, primario chirurgo, ha avuto riconoscimenti ufficiali di eccellenza professionale e impegno umano. Luciana Marcellini, campionessa italiana di nuoto e icona del fair play, ha condiviso col pubblico il suo percorso sportivo e i valori etici incarnati durante la carriera.
La Brigata Rualis, associazione di appassionati di sport di Cividale del Friuli, è stata premiata (prima volta in assoluto nella storia del Fair Play for Life) per il suo tifo positivo, rispettoso e inclusivo, divenuto punto di riferimento anche per gli avversari, accolti sempre con lealtà e ospitalità. Mentre Giuliana Salce, campionessa mondiale di marcia, ha raccontato un commovente ricordo personale. Il mondo circense ha visto il riconoscimento a Gaetano Montico, Presidente di SIAC Europa, e Laura Mazza ha rappresentato la formazione e il Fair Play a livello internazionale, unendo competenza accademica, impegno civico e attività umanitarie.
Un importante momento internazionale ha visto lo scambio di riconoscimenti con Abdul Aziz Sarhan, Direttore per l’Itaia della Lega Mussulmana Mondiale, mentre la Fondazione ENPAM 5×1000, col Direttore generale Vincenzo Di Berardino, ha accolto Alcanterini, Presidente del CNIFP, come socio emerito, sottolineandone l’impegno per sport e inclusione sociale.
Il cerimoniale si è concluso con Lucia Rubedo, artista cremonese testimonial ufficiale del Fair Play italiano, nota per la capacità di fondere canto lirico e sonorità pop creando un innovativo stile crossover: che ha cantato dal vivo in francese raccontando anche come la musica l’ha aiutata a curare le sue ferite e a crescere, diventando simbolo di speranza.“Mio nonno – ha raccontato - mi disse che alla fine della nostra vita non verremo ricordati per ciò che abbiamo fatto, ma per come l’abbiamo fatto, quindi fallo bene.”
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