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Il mito di Penelope in mostra al MArTA

martedì, 17 giugno 2025 07:43

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Vaso a figure rosse con Penelope e Telemaco (V sec. a.C.)
Francesca Bianchi
Si concluderà il 6 luglio al MArTA - Museo archeologico nazionale di Taranto la mostra internazionale Penelope, a cura di Alessandra Sarchi e Claudio Franzoni, con la realizzazione di Electa. Nell’esposizione tarantina è possibile ammirare 50 opere provenienti da musei e fondazioni italiane ed estere. Pittura, archeologia, scultura, cinema, incisioni, arte a tutto tondo a colloquio con circa 40 reperti archeologici del MArTA, alcuni provenienti dai depositi e per la prima volta in esposizione pubblica. La mostra si articola in quattro sezioni dedicate a contesti iconici che, ispirati dalle vicende omeriche e dalle successive tradizioni letterarie, contribuiscono a caratterizzare la figura di Penelope nell'arte e a testimoniare la sua fortuna imperitura: il telaio e la tela; il gesto e la postura; il mondo del sogno; il velo e il pudore. In un'intervistata rilasciata a FtNews la prof.ssa Sarchi ha evidenziato le mille sfaccettature della figura di Penelope e ha svelato qualche dettaglio del percorso espositivo.

Prof.ssa Sarchi, il MArTA - Museo archeologico nazionale di Taranto ospita la mostra Penelope, curata da lei e da Claudio Franzoni e realizzata da Electa. La mostra, già esposta al Parco archeologico del Colosseo, non racconta una donna in attesa dell’eroe, ma un’eroina che usa il tempo perso come un’arma di resistenza. Com'è nata questa esposizione?
Penelope è una mostra incentrata su un personaggio del mito, contrassegnato dalla tradizione letteraria, principalmente dall'Odissea, ma anche da una letteratura che va dall'antichità ai giorni nostri e da una tradizione visiva legata ad opere d'arte che la raffigurano su vasi, pitture, oggetti di ceramica. Anche quest'ultima è una tradizione antica che arriva fino ai giorni nostri: abbiamo delle Penelopi antiche, risalenti al V sec. a.C., e altre che arrivano fino alle soglie della contemporaneità. La mostra è nata come esplorazione di un mito di lunghissima durata che, come tutti i miti, a seconda del momento storico, si presta a un ventaglio di significati.

Che immagine ci forniscono di Penelope le opere che è possibile ammirare nel percorso espositivo? Da dove provengono? Com'è articolata la mostra?
La figura di Penelope è caratterizzata a livello iconografico da alcuni elementi come il telaio e il velo con cui si copre davanti ai pretendenti. Abbiamo, dunque, cercato le prime testimonianze, una delle quali è il vaso di Chiusi, opera di un ceramista attico, il cosiddetto Pittore di Penelope (V sec. a.C.), che la raffigura seduta con il telaio alle spalle e Telemaco davanti, mentre nella parte posteriore del vaso c'è Ulisse, a cui vengono lavati i piedi dalla nutrice Euriclea. Questa è una delle opere più importanti perché fissa l'iconografia di Penelope. Abbiamo anche cercato di valorizzare alcune opere del Museo nazionale archeologico di Taranto, ad esempio alcuni manufatti in ceramica sia greca che tarantina molto antichi in cui compaiono donne velate che ci danno testimonianza dell'uso antico, da parte delle donne, di coprirsi parzialmente il volto in pubblico quando uscivano di casa. La mostra è articolata in maniera tematica. Una sezione consistente è dedicata all'attività di Penelope al telaio; qui troviamo un'interessante raccolta di fusi antichi, probabilmente doni nuziali che le spose portavano con sé. Sono tutti decorati, quindi avevano una funzione simbolica ed estetica. Poi c'è una sezione dedicata a Ulisse e a Penelope, con un affresco, proveniente da Pompei, in cui è raffigurato il momento in cui i due si rincontrano, e altre opere legate alla parte terminale dell'Odissea in cui i due si ricongiungono. Poi c'è una sezione dedicata al sonno; Penelope è un personaggio di cui conosciamo almeno tre sogni. Tra l'altro, è un personaggio che si addormenta continuamente. Per gli antichi il sonno è una zona visitata dalla divinità, quindi Penelope in tal senso è un personaggio molto interessante, molto in contatto con la propria interiorità, con il divino, e forse è questo che le consente di resistere ai pretendenti.Attraverso sezioni tematiche abbiamo cercato di rendere conto delle varie sfaccettature di Penelope, che non è solo la sposa fedele, ma una donna molto astuta e sagace, in grado di reggere da sola, per vent'anni, il controllo di un'isola.
In base a quale criterio avete scelto le numerose opere esposte?
Le abbiamo scelte perché ci sembravano esemplificative; abbiamo cercato di selezionare, dall'antichità a oggi, aspetti diversi del mito. C'è tutta la serie di incisioni secentesche dell'olandese Theodoor van Thulden, derivate dagli affreschi perduti di Primaticcio nella Galleria d’Ulisse a Fontainebleau, dove sono illustrate scene che non troviamo mai nel poema, ma prendono spunto dall'Odissea. A partire da queste scene van Thulden elabora immagini con una certa valenza erotica.

Quale messaggio proviene da queste testimonianze?
Queste testimonianze ci invitano a non ridurre Penelope alla fedeltà, a un exemplum virtutis: Penelope è senz'altro fedele, ma è anche molte altre cose, è una donna estremamente sagace e furba. Riesce a non fare quello che la sua condizione di donna senza marito le avrebbe imposto, ovvero sposarsi di nuovo: una regina nell'antichità non poteva stare senza marito, per cui o tornava dal padre o si risposava. Lei riesce a non fare niente di tutto ciò.

Che ruolo ricopre il telaio nel percorso espositivo?
Il telaio, lavorato da mani femminili nel chiuso del gineceo, è uno strumento di prototecnologia con una forte valenza pubblica e politica. Non bisogna dimenticare che ad Atene e a Olimpia c'erano feste nell'ambito delle quali i manufatti tessili prodotti dalle donne avevano un significato di alleanza politica, concordia e pace.

Cosa racconta alle donne e agli uomini di oggi il mito di Penelope?
Si tratta di un mito sfidante; l'antichità ci consegna un'immagine della donna con una libertà limitata: la Grecia e la cultura greca antica sono fortemente misogine. Il fatto che una donna abbia così tanta rilevanza all'interno del poema omerico è significativo. Penelope è l'unica donna di cui Omero dice che gli dei comporranno per lei un canto degno di essere ricordato dai mortali. Ci sono molte figure femminili nell'Odissea, anche importanti, però o sono maghe o divinità o giovinette. Penelope, invece, è una donna reale con uno spazio di azione e resistenza molto forte e peculiare: ha una statura epica pari a quella di Odisseo.

Quale messaggio si augura possa arrivare ai visitatori della mostra Penelope? Mi auguro si torni a riflettere su un mito che ha una grande longevità e vitalità, tanto che ancora oggi continuano ad essere prodotte opere in versi e in prosa, composizioni musicali e opere d'arte in onore di Penelope, quindi è un mito che ci sfida e che richiede forme di riflessione.
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