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Rosario Pesce
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Č evidente che la richiesta di autonomia differenziata, avanzata da Emilia, Veneto e Lombardia, crea le premesse di un dibattito intenso intorno al mondo odierno della Scuola, visto che gli eventuali cambiamenti, che ne deriverebbero, sono di non secondaria importanza.
Infatti, qualora quel percorso venisse compiuto, verrebbe meno il caposaldo dellattuale legislazione, che prevede che la Pubblica Istruzione sia materia di competenza dello Stato centrale e non delle Regioni, contrariamente invece alla formazione professionale su cui il Titolo V della Costituzione, rinnovellato nel 2001, prevede la competenza esclusiva delle Regioni.
Il sistema, quindi, dellistruzione cosě come previsto dalla norma vigente si costruisce in base al principio dellunitarietŕ dello stesso sullintero territorio nazionale: non č un caso se, in tale materia, alle Regioni sono demandate funzioni solo di secondo livello, come la fissazione del calendario scolastico e la deliberazione della rete regionale delle istituzioni scolastiche.
Peraltro, il principio dellunitarietŕ del sistema di Istruzione č premessa essenziale per la compiuta realizzazione del processo di autonomia didattica, organizzativa, di ricerca, sperimentazione e sviluppo, cosě come questo venne definito dalla Legge Bassanini nel 1997 e poi, due anni dopo, dal decreto attuativo che ne conseguě, ben prima quindi della stessa riforma costituzionale del Titolo V voluta e realizzata nel 2001.
Infatti, lodierna autonomia differenziata, reclamata dalle ricche regioni del Nord, farebbe venir meno la premessa di quellautonomia virtuosa, che gli operatori scolastici si sforzano di implementare dal 1999 in poi.
Se non č piů lo Stato che impone le leggi di ordine generale in materia di legislazione scolastica, le Scuole dovrebbero continuare a costruire la loro autonomia - didattica ed organizzativa - rispetto a cosa?
Inoltre, ben si sa che, con lintroduzione dellautonomia, entra in gioco anche il suo alter ego, la valutazione.
Nellattuale ordinamento, la valutazione si compie in modo ampio e diffuso: la valutazione della performance dirigenziale ad opera degli Uffici Scolastici Regionali; la valutazione dei docenti ad opera dei dirigenti; la valutazione degli apprendimenti da parte dellInvalsi e quella delle istituzioni scolastiche ad opera dei Nuclei Esterni di Valutazione.
Orbene, in caso di autonomia differenziata, chi farebbe piů la valutazione?
LInvalsi, forse, si moltiplicherebbe per venti, per cui nascerebbe lInvalsi lombardo distinto da quello campano o da quello emiliano?
E, poi, si innescherebbe una conseguenza fondamentale, quella forse di maggiore impatto sociale.
Con il passaggio del personale scolastico allAmministrazione di ogni singola regione, di fatto verrebbe meno ogni possibilitŕ di mobilitŕ sul territorio nazionale.
Sappiamo bene come negli ultimi quarantanni il Sud č stato terra di emigrazione di docenti e personale Ata, mentre il Nord ha ovviamente recepito tali flussi in ingresso.
Siffatta mobilitŕ poteva compiersi perché ogni docente o amministrativo sapeva bene di poter tornare nella sua terra natěa, dopo aver conquistato lagognato ruolo a mille chilometri da casa.
Con lautonomia differenziata, ciň non sarebbe piů possibile: il docente o lamministrativo assunto dalla Regione Lombardia o Veneto non potrebbe piů tornare al Sud, per cui senza enfasi si creerebbero le condizioni di una ennesima deportazione ai danni del Sud, con intelligenze costruite e formate sui nostri territori e condannate, per tutto il resto della loro vita, a dover dare sfoggio delle loro competenze in territori diversi da quelli dove sono cresciuti e sono diventati professionisti.
Quindi, i costi della formazione di tante migliaia di operatori delleducazione li ha affrontati il Sud, mentre il beneficio della loro professionalitŕ sarebbe a vantaggio del Nord.
Ed, infine, se il sistema scolastico nazionale ha tenuto le dinamiche della politica fuori dalla Scuola, siamo certi che leventuale passaggio alle Amministrazioni Regionali puň garantire la medesima neutralitŕ o, forse, la Scuola come lo č stato, giŕ, per la Sanitŕ con esiti non sempre pregevoli diventerebbe la nuova frontiera per un indiscriminato, quanto pericoloso spoil system?
Tutte queste obiezioni non possono non essere prese in considerazione, visto che un eventuale cambiamento non virtuoso potrebbe determinare conseguenze nefaste per intere generazioni di professionisti, oltreché di allievi e di famiglie, che ogni giorno interagiscono direttamente o in forma mediata con le istituzioni scolastiche.
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