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Gli Egizi e i doni del Nilo in mostra a Ragusa

lunedì, 12 maggio 2025 06:40

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Francesca Bianchi
Fino al prossimo 26 ottobre il Museo della Cattedrale - Palazzo Garofalo di Ragusa, gioiello del barocco siciliano, ospiterà la mostra Gli Egizi e i doni del Nilo. Per la prima volta la Sicilia ospita i reperti delle collezioni del Museo Egizio di Torino, il più antico Museo al mondo dedicato alla storia dell’antico Egitto. L'esposizione, inaugurata il 13 aprile, propone un viaggio alla scoperta di una delle civiltà più antiche del Mediterraneo. Attraverso reperti archeologici, sale immersive e apparati didattici e scenografici si potranno conoscere la vita, l’arte, la religione, le tombe e molto altro ancora.
Le opere archeologiche esposte non provengono solo da Torino: la mostra coinvolge anche il territorio siciliano, grazie a prestiti provenienti dal Museo del Papiro “Corrado Basile” di Siracusa, dal Museo Archeologico Nazionale “Antonio Salinas” di Palermo e dal Museo Archeologico Ibleo di Ragusa. Prodotta e organizzata dal Comune di Ragusa e da Arthemisia, artefice delle mostre di maggior successo al mondo, in compartecipazione con la Fondazione Federico II, la mostra è curata per il Museo Egizio da Paolo Marini.
Il percorso espositivo consente di intraprendere un viaggio nel tempo dall’Epoca Predinastica (3900-3300 a.C.) all’Età greco-romana (332 a.C.-395 d.C.). Vasi, stele, amuleti e papiri, oltre a una maschera funeraria in cartonnage, offriranno al pubblico una sintesi del museo egizio più antico al mondo, che nel 2024 ha celebrato i duecento anni dalla sua nascita. Tra i capolavori in mostra, un modellino di imbarcazione dei corredi funerari del Primo Periodo Intermedio (2118-1980 a.C.), in legno stuccato e dipinto, decorato con una coppia di occhi udjat a protezione dello scafo.
Queste imbarcazioni in genere rappresentano il viaggio del defunto verso la città sacra di Abido. Dalla Galleria della cultura materiale del Museo Egizio proviene il set completo di vasi canopi in alabastro di Ptahhotep, vissuto durante il Terzo Periodo Intermedio (1076-722 a.C.). I quattro vasi, utilizzati per conservare separatamente gli organi del defunto, sono chiusi da coperchi zoomorfi che ritraggono i figli di Horus.
L’esposizione dedica anche un focus alle figure di Johann Joachim Winckelmann e Jean-François Champollion, con una riflessione che riporta il visitatore alle origini dell’Egittologia. Winckelmann, fondatore del Neoclassicismo, fu tra i primi a trattare l'arte egizia in un contesto scientifico, mentre Champollion, decifratore dei geroglifici, contribuì alla comprensione della lingua e della cultura egizia, gettando le basi dell'egittologia moderna.
Il sindaco di Ragusa Peppe Cassì ha affermato: Quando, nei mesi scorsi, il Direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, tenne due straordinarie e coinvolgenti conferenze sulla civiltà egizia, furono centinaia i ragusani accorsi ad ascoltarlo, ammaliati del fascino di una storia che, a dispetto del termine “storia”, è senza tempo. Fu l’ennesima conferma della passione per la cultura che anima il nostro territorio, luogo di ispirazione di alcuni degli ultimi giganti della letteratura come Sciascia, Bufalino e Consolo, nonché del Camilleri cinematografico. “Gli Egizi e i doni del Nilo” si inserisce, così, in un programma di eventi culturali che di gran lunga anticipa e prolunga la nostra estate, da primavera ad autunno inoltrato: esperienze, percorsi, attività, spettacoli e incontri che permetteranno di sentire addosso la ‘suggestione Ragusa’.
Queste le parole dell'Assessore Giovanni Gurrieri: Portare a Ragusa una mostra di tale portata, con il pieno coinvolgimento del prestigioso Museo Egizio di Torino, sembrava un sogno ambizioso. Oggi è realtà: con “Gli Egizi e i doni del Nilo” Ragusa e tutta la Sicilia si apprestano a vivere un viaggio straordinario nella geografia e nel tempo, con reperti che raccontano millenni di civiltà, di arte e di spiritualità di là dal Nilo. Questa esposizione rappresenta un'importante opportunità per Ragusa, che si afferma sempre più come centro culturale di livello internazionale, capace di attrarre e ospitare iniziative di riconosciuto valore, meta di riferimento per chi ama l'arte. Il risultato è frutto di un lavoro comune, avviato negli scorsi anni grazie al dialogo con il Direttore del Museo Egizio, Christian Greco, a cui va la nostra gratitudine, e reso possibile dal contributo di numerose realtà del territorio: istituzioni politiche e culturali, aziende di eccellenza, associazioni di categoria e cittadini, che hanno risposto con entusiasmo alla sfida.
Paolo Marini, curatore del Museo Egizio e della mostra, ha dichiarato: Il Museo Egizio porta in Sicilia una mostra e una storia millenaria raccontata da reperti originali che, dinastia dopo dinastia, conducono i visitatori dal IV millennio a.C. al II secolo d.C.: si parte con un antichissimo vaso, le cui pareti raccontano l’attività che si svolgeva lungo il Nilo, e si termina con una maschera funeraria in cartonnage, emblema di quel Paese che, ormai conquistato dai Romani, rimane ancora aggrappato alle usanze dell’Egitto Faraonico. Il tutto è arricchito da istallazioni digitali che permettono di trasformare semplici copie in artefatti, in grado di coinvolgere il pubblico e di raccontare più storie. Fondamentali le sinergie con altre importanti istituzioni museali della Regione, come il Museo Antonio Salinas di Palermo e il Museo del Papiro ‘Corrado Basile’ di Siracusa.
Iole Siena, Presidente di Arthemisia, ha affermato: Da qualche anno portiamo avanti un bellissimo progetto di valorizzazione dei territori italiani meno conosciuti al pubblico delle mostre d’arte; è un progetto che mi sta molto a cuore, perché ritengo che l’eccellenza del nostro paese risieda proprio in quei centri che sono più piccoli solo geograficamente, ma anche per un sentire fortemente etico, che mi spinge a voler mettere l’arte e le grandi mostre a disposizione di tutti. Le mostre d’arte portano inevitabilmente con sé anche uno sviluppo turistico ed economico, e questo dà ancora più senso a tutto il lavoro che facciamo. Ragusa rappresenta il cuore pulsante di questo progetto, e sono particolarmente felice di partecipare a questa “prima volta”, dato anche il mio personale e strettissimo legame affettivo con la Sicilia.
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