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Cortis: “Le vittime delle Forze Dell’Ordine sono una ferita sempre aperta per lo Stato”

domenica, 11 giugno 2017 17:19

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Mafalda Bruno
C’erano anche le alte cariche dello Stato presenti alla commemorazione dei Caduti delle Forze dell’Ordine svoltasi lo scorso 9 giugno, presso il Circolo Sottufficiali di Marina, a Roma.
Tra loro, il Dottor Paolo Cortis, Direttore del Servizio Assistenza e Attività Sociali della Direzione Centrale per gli Affari Generali della Polizia di Stato, che ha volentieri dialogato con noi.

Direttore, si vuole presentare ai lettori di FT News?
Sono Paolo Cortis e sono qui stasera in rappresentanza del Capo della Polizia, Signor Franco Gabrielli. Il mio attuale incarico è quello di dirigente del servizio assistenza della Polizia di Stato nell'ambito della Sicurezza.

Questa è una serata in ricordo delle vittime cadute nel compimento del dovere: lei pensa che le istituzioni italiane dedichino sufficiente attenzione non solo alla loro commemorazione, ma anche con un'assistenza concreta ai familiari di questi nostri eroi moderni?
Per la parte che riguarda l'amministrazione della pubblica sicurezza verso i nostri caduti, posso testimoniare che c'è la massima attenzione, che non consiste solo in interventi e benefici previsti da leggi a favore dei loro familiari, ma si traduce anche in altri benefici che mirano sopratutto a fare sì che questi sacrifici non siano solo dei pietosi ricordi, ma si trasformino in valori attuali, presenti, da trasmettere alle generazioni future.

Come ad esempio?
Mi fa piacere ricordare la realizzazione della struttura più rappresentativa qui a Roma della Polizia di Stato, la Scuola Superiore di Polizia e il Sacrario, appositamente dedicato alle vittime del dovere della Polizia, dove ognuna di loro trova un richiamo espresso in questo luogo che, per noi, ha un altissimo valore storico a cui prestiamo particolare attenzione.
La testimonianza di questo è anche rappresentata dalla mia presenza, stasera, a questa cerimonia dove sarebbe intervenuto molto volentieri il Signor Capo della Polizia Franco Gabrielli che, per impegni istituzionali fuori sede, ha onorato me di rappresentarlo.
Stiamo attraversando un periodo buio per la sicurezza, non solo in Italia ma in tutta Europa. Mai come adesso l'impegno delle Forze dell'Ordine si trova ad operare in trincea. Come stanno vivendo questo periodo di continuo allarme?
Parlando sempre della Polizia di Stato, il Signor Capo Franco Gabrielli rappresenta il Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, e in questa veste ha una responsabilità a carattere generale d'ordine e sicurezza pubblica, a livello nazionale. Chiaramente tutte le misure e le energie possibili sono state messe in campo, e proprio ricollegandoci al significato di questo evento commemorativo, certi valori che incidono sopratutto sull'etica e sul senso di responsabilità degli appartenenti alle Forze dell'Ordine, assumono un particolare significato.

Un commento, se le va di farcelo, sul fatto che la Cassazione sia orientata a dare a Totò Riina la possibilità di una fine di vita fuori dal carcere: ecco, non le pare un gesto discutibile proprio nei confronti delle vittime delle Forze dell'Ordine? Di Falcone e Borsellino?
La domanda è delicata ed è chiaro che per le istituzioni i giudici Falcone e Borsellino, così come le loro scorte, sono icone e simbolo della migliore e più alta moralità dello Stato. La loro morte ha segnato profondamente tutti noi e per lo Stato sarà sempre una ferita aperta. Però devo dire che proprio il senso istituzionale che ci contraddistingue, ci impedisce poi di coltivare sentimenti di odio, e in tutto questo abbiamo anche il rispetto di quei principi di umanità nei confronti anche di chi è stato un acerrimo nemico, per non dire altro, dello Stato.

C'è una domanda che vorrebbe le rivolgessi e non ho pensato di farle?
No, no (sorride, ndr) la sua intervista è ottima: mi permetta solo di ribadire che la nostra Amministrazione tiene tantissimo a non trascurare e tenere vivo il ricordo del valore di queste persone che hanno perso la vita nel compimento del proprio dovere, per lo Stato e per la collettività. Ecco perchè siamo particolarmente orgogliosi di partecipare ad eventi come questo, in memoria non solo delle vittime della Polizia, ma di tutte le Forze dell'Ordine.
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