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Antonio Catania: quando cinema e televisione impersonano le Forze dell’Ordine

martedì, 13 giugno 2017 10:38

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Mafalda Bruno
Chi è appassionato di serie poliziesche lo conosce bene. Lui è l’attore Antonio Catania. La sua lunga carriera ha avuto inizio quando il regista Gabriele Salvatores gli affida i primi ruoli cinematografici nei film "Kamikazen - Ultima notte a Milano" (1987), "Puerto Escondido" (1992) e soprattutto "Mediterraneo" (1990), premio Oscar per il miglior film straniero.
Nel 1999 ha ottenuto il Nastro d'argento come miglior attore non protagonista insieme al resto del cast di "La cena" di Ettore Scola. Ma la sua filmografia è infinita e densa di successi.
Numerose, dicevamo, sono anche le sue interpretazioni televisive di serie poliziesche tra cui il Giudice Mastrangelo (con Diego Abatantuono) e Squadra Mobile.
E la sera del 9 giugno scorso c’era anche lui: come padrino dell’evento in ricordo dei Caduti delle Forze dell’Ordine.

Catania, come mai la sua presenza qui stasera?
Lei sa che ho interpretato molte serie tv di polizieschi, e quando per mesi studi un personaggio, lo interpreti, questo diventa tuo al punto tale che fa quasi parte della tua famiglia. Mi sento vicino a questa categoria che comunque paga sempre un prezzo troppo alto rispetto a quello che danno al Paese, sono loro che stanno vicini ai cittadini, ogni momento, dalle liti banali a cose più serie come rapine e conflitti a fuoco. Sono sempre in prima linea ma hanno anche loro le loro famiglie, la loro vita privata… è stato emozionante stasera vedere una Madre ritirare il premio per il figlio deceduto nel corso di una sparatoria, un ricordo sicuramente eterno e straziante per una Madre che ha perso il figlio in una situazione così innaturale e violenta.

Faccio anche a lei la domanda: lo Stato sono loro, le Forze dell’Ordine, e su questo non ci piove: ma le istituzioni li proteggono e ne hanno cura a sufficienza?
Bè lo vedono tutti che loro spesso sono lasciati da soli… lo Stato c’è e non c’è. Non sono protetti a sufficienza. Sappiamo che ci sono stati tagli nel settore mentre la gente reclama la sicurezza, pretende sicurezza per le numerose rapine, furti, per la violenza che dilaga nelle nostre città. Ma perché questo avvenga occorre dotare le Forze dell’Ordine degli strumenti necessari, mentre spesso si sente che manca persino la benzina per le volanti o le palette per l’Alt sono obsolete e via dicendo. Affidarsi solo alla nostra volenterosità italiana non basta, perché i criminali in questo sono molto più avanti, dispongono di mezzi sofisticati per delinquere, per cui la lotta è ad armi impari.

Anche perchè ora c’è questo clima di terrore che non da tregua….
Non credo che l’Italia sia sufficientemente preparata per la lotta al terrorismo. Forse giusto a livello di intelligence. Diciamo che finora abbiamo collezionato solo belle figure perché non è successo nulla di grave, non so se per casualità o per cosa. Certo la Francia e l’Inghilterra con Scotland Yard stanno messi peggio di noi in termini di vittime. Comunque il clima è grave perché la minaccia si rivolge a tutti, può accadere qualsiasi cosa in qualsiasi momento, ecco perché bisogna cercare di investire di più dotando le Forze dell’Ordine di giusti ed adeguati strumenti.

Forse è scarso il livello di riconoscimento per il lavoro che fanno?
La cosa triste è proprio questa: che per il livello di rischio e pericolosità del lavoro che svolgono, le Forze dell’Ordine andrebbero valorizzate di più, lo ripeto, dotate dei giusti mezzi, a partire forse da una cultura diversa, da una più approfondita formazione… in modo da permettere loro di lavorare in maniera ottimale per la sicurezza di noi cittadini sicuramente, ma anche per la loro stessa incolumità.
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