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Al Convivium di Fiuggi i Pensieri sparsi di Daniela Gariglio

giovedì, 07 dicembre 2017 08:47

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La copertina del libro con l'Illustrazione di Albertina Bollati "Dal groviglio al germoglio"
Francesca Bianchi
Giovedì 7 dicembre, presso il Grand Hotel Palazzo della Fonte di Fiuggi, in occasione di un Convivium* si terrà una serata nel corso della quale verrà presentato il libro Pensieri sparsi di una psicoanalista a volte sorridente e a tratti un po' ironica della dott.ssa Daniela Gariglio. Il libro, illustrato da Albertina Bollati, sarà presentato dal Dottor Quirino Zangrilli e accompagnato dalle musiche eseguite da Alberto Scerrati.
FtNews ha avuto il grande piacere di intervistare Daniela Gariglio, micropsicoanalista didatta-scrittrice, psicologa psicoterapeuta, che si è formata clinicamente, in ambito sperimentale e psicoanalitico individuale e di gruppo. Studiosa della creatività come benessere psicobiologico con numerosi lavori, nel corso della nostra conversazione ha parlato della genesi e del contenuto dei suoi Pensieri sparsi, un libro nato dalla decantazione della riflessione clinica e personale, dalle relazioni, dal confronto, dal dialogo, un prezioso manuale grazie al quale molti, anche i non addetti ai lavori, possono prendere più confidenza con l’eventuale presenza di una propensione a creare e riscoprire il proprio slancio vitale.
Profonda conoscitrice dell'animo umano e delle infinite risorse vitali insite in ognuno di noi, dai suoi scritti ho sentito prorompere l'entusiasmo per la vita, il desiderio inesauribile di conoscenza, un sentimento di dolce disincanto, la voglia di meravigliarsi e di mettersi in gioco, la profonda umanità che la esorta a mettere in guardia da certa conoscenza vuota d'affetto, perché lì c'è puzza di cadavere (p. 26). Questi Pensieri sparsi, a mio avviso parlano all'Umanità tutta; sono un inno alla speranza e un invito a riscoprire la bellezza della condivisione e della capacità di esternare le proprie emozioni, perché quando si smettono gli abbracci o si defalcano dalla relazione, l'umanità piange in un suo spessore dissoltosi, ma l'inferno ne sghignazza oscenamente (p. 88).
Leggendo il libro, ci si imbatte anche nel talento artistico di Daniela Gariglio, quel talento in cui si esplica in tutta la sua potenza il processo creatore del suo essere analista. Nell'ambientazione della poesia dedicata all'adorata amica Vera, cui la legano piacevoli ricordi di un tempo lontano, sembra di scorgere quel locus amoenus tanto vagheggiato dal Virgilio delle Bucoliche, un luogo ideale per il senso di pace e tranquillità, un nido protetto dove trovare riparo dalle tempeste della vita. Nella contemplazione estatica della natura nella canicola estiva, che induce la Gariglio a cercare refrigerio nel suo bosco di olivi, trasfigurazione di un'Arcadia immaginaria tanto cara ai poeti classici, l'analista celebra con un sentimento di dolce nostalgia la sua amica scomparsa:

C'è un bosco di olivi
delicati,
un bosco di olivi
dove le anime si incontrano.
Dove i rancori si sono già acquetati.
Dove la nostalgia si è dissipata.
Dove l'armonia è sempre accesa.
Dove tutto ciò che sembrerebbe offuscato
riluce invece di luce propria.

Ti aspetto seduta in una quiete
composta dove i trilli infantili
si sono condensati col dolore umano.
E ciò che resta
è un dolce,
peregrino sguardo ammirato.
Per ciò ch'esiste fuori di noi,
mentre dentro c'è il noto,
oggi caro,
dolce,
straordinario,
vitale,
nostro silenzio.

Staremo all'ombra,
sta’ tranquilla,
anima mia.

Illustrazione di Albertina Bollati del pensiero n° 51, "Da un baluginare di schiuma e riflesso solare...", nato in località Balzi Rossi (Ventimiglia)
La luce e la quiete dominano incontrastate in questo emozionante ed affettuoso componimento. Quella stessa luce, espressione della creatività, che può esplicarsi solo se prima si è attraversato l'inferno e si sono toccati gli abissi del buio dell'anima, che non devono essere negati, come oggi, sovente, si tende a fare, ma attraversati e sublimati, attingendo alla nostra inesauribile capacità di resilienza. E' solo dall'oscurità più cupa che può nascere la luce più profonda e splendente e possono sbocciare - per usare un termine tanto caro alla dott.ssa Gariglio - le gemme più feconde del nostro potenziale creativo-creatore.

Dott.ssa Gariglio, come sono nati i Suoi Pensieri sparsi?
Come è strutturato il libro?

Da una trentina d’anni mi occupo di quella creatività che incorpora distensione, soddisfazione e relazione, non considerandola quindi solo uno spostamento sessuo-aggressivo, come nel modo di pensare classico che, parlando di sublimazione, rende protagonista la mancanza. Ne ho fatto una ragione di osservazione nel lavoro psicoanalitico e psicoterapeutico e, oggi, questo è anche il mio modo di pensare, vivere, concettualizzare e lavorare clinicamente. Il libro si è fatto da sé, come impulso a celebrare in modo piacevole e distensivo, ciò che sentivo come soddisfacente conclusione del mio lungo studio sulla creatività, osservata in me stessa, nel lavoro psicoanalitico, in qualche artista studiato da vicino e, in generale, nella realtà. Dopo averne tanto scritto, in articoli, partecipazioni a convegni… mi è venuta voglia di una buona fine, un’ultima celebrazione, come traccia di trasformazione prima di passare, eventualmente ad altro, al momento sconosciuto.
Ed è nato il libro. In ogni pagina di questo libro ho collocato come sorta di tema libero, un rosario naturale di pensieri consecutivi in ordine sparso. Per chiunque, nel mio desiderio. Ogni pensiero è anticipato dal suo titolo o appare già come avvio di un discorso. Un Pensiero corto e uno più lungo. Volutamente. Un po' per dare il tempo di tirare, eventualmente, il fiato dopo un'elaborazione un po' densa, e un po', per un piacere che da sempre mi accompagna, di tentare, ogni tanto, una sintesi. Così, le pagine di questo libro si sono imbastite, sommandosi tra di loro, una dopo l'altra. Sfogliandole, ritrovo aspetti su cui sono andata via via riflettendo, scrivendone o parlandone in tempo reale o differito, stimolata da fatti interni/esterni, oppure considerazioni scaturite durante l'ascolto analitico e approfondite nel giro delle ore successive. Alla fine, mi è venuto spontaneo collegare, attraverso delle note al fondo del testo, molti o qualcuno di questi Pensieri. Si tratta di inserti bibliografici, più o meno lunghi, che potrebbero offrire al lettore la possibilità di un approfondimento scientifico personale, come richiede la mia anima psicoanalitica, che non può fare a meno anche di indagare, dopo aver creato. Il lettore, invece, può farlo in piena libertà.
Ne è risultato un piccolo libro con 52 Pensieri sparsi che, oggi, penso "da comodino", così che, se il lettore cogliesse qualche aspetto su cui, più o meno consciamente/inconsciamente, stesse già riflettendo, il sogno della stessa notte potrebbe, magari, evidenziarne il desiderio sottostante, mettendolo già in scena per un primo risultato di distensione.

Perché ha voluto che i Suoi pensieri fossero corredati di eloquenti ed essenziali illustrazioni, che Albertina Bollati ha curato con maestria e grande capacità interpretativa?
L'idea di accompagnare ciascun Pensiero con una Illustrazione era venuta all'editore Luciano Duò, purtroppo recentemente scomparso, la cui casa Editrice, Arcipelago Edizioni, avrebbe dovuto pubblicare questo libro. Proprio in quel periodo ero venuta in contatto con Albertina Bollati, in occasione di una presentazione di un libro sul femminicidio, intitolato Mal'amore no, frammenti di un percorso amoroso, a cura di Maria Antonietta Macciocu e Stefano Vitale. Era stata proprio Albertina Bollati ad illustrare con talento e maestria tale libro. La mia proposta di illustrare anche questi Pensieri è stata accolta con entusiasmo da Albertina. Entrambe siamo state determinate fin da subito a prendere in esame parole ed immagini, discutendole e confrontandole. Come dichiara Albertina stessa nella sua presentazione, il suo compito è stato quello di tradurre nel linguaggio grafico di segni, disegni e colori quanto recepito dai messaggi scritti, in una forma che ne assecondasse la lettura e la comprensione (p.15). Le illustrazioni di Albertina Bollati accompagnano senz'altro la metabolizzazione dei Pensieri. Ciò che vorrei sottolineare è che qualche momento di creatività e rilassamento individuale si è trasformato in una sinergia altrettanto appagante con queste splendide illustrazioni e l’apporto dei commentatori, alla fine e all’inizio del libro.
Perché nel titolo parla di sorriso e ironia e nel sottotitolo di tracce di benessere onto e filogenetiche?
Domanda arguta. L’osservazione clinica sul materiale emerso dalla riflessione di molti anni di sedute ha evidenziato delle zone franche dalla psicopatologia (libere dal male intendo, dalla sofferenza), che vede protagonista il dolore. E mi riferisco alla sofferenza che serpeggia nel campo analitico, dove si svolge la relazione inconscia analista-analizzato con desideri comuni che si incontrano e si scontrano, riconoscendosi e disconoscendosi. Ci sono tanti libri anche sul “dolore dell’analista”. Nel mio titolo al libro, ho parlato invece di sorriso, per dare visibilità anche ad altri momenti più sereni che emergono dalla disenergetizzazione dei mali (traumi e conflitti, individuali e familiari, che si incidono nello psichismo come tracce di esperienze dolorose). Nelle associazioni di seduta questi motivi, sfuggiti al male, si palesano come ricordi gradevoli, memorie improvvise che scaturiscono in modo naturale dall’elaborazione di traumi, lutti, conflitti, esperienze, cioè, che parlano della perdita e del contatto con il vuoto d’angoscia che ne consegue. E’ certo che l’accettazione del vuoto d’angoscia che discende dalla perdita porti alla nascita di un vuoto creatore che apporta segnali di vita alla solitudine. Questi segnali, sentiti nuovi, spesso sono soltanto il ripristino di memorie personali, motivi di antenati ancora energetici o della specie. Dette memorie, registrate come “tracce di benessere” nell’inconscio, sono risorse vitali che fungono da attrattore resiliente (per “resilienza”, nel nostro ambito, si intende ciò che ha a che fare con la capacità di resistere agli urti e di riorganizzarsi senza spezzarsi). Di qui, il sottotitolo del libro Pensieri: a proposito delle “tracce di benessere" onto e filogenetiche. Quell’a proposito..., è stato per me, un invito al lettore ad impiantarvene una sua riflessione o disamina.

Dott.ssa Gariglio, cosa si intende con l'espressione tracce di benessere psicobiologico?
Ne ho scritto molto e rimando gli interessati a Psicoanalisi e Scienza (Rivista multimediale diretta dal Dottor Quirino Zangrilli), cercandone il Tag che raccoglie un nutrito gruppo di lavori sulla Creatività in quanto benessere psicobiologico. In quest’area si trova anche il libro base, scritto con il Dottor Daniel Lysek, Creatività benessere. Movimenti creativi in analisi (Armando 2007, Collana di psicoanalisi e psichiatria dinamica). Il libro trasmette una modellistica, messa a punto con il collega svizzero in diversi anni di lavoro: in analisi molto avanzate, abbiamo identificato una possibile alleanza della pulsione di vita con la pulsione creatrice, dopo la disattivazione del protagonismo di una distruttività, legata alla pulsione di morte, che si esprime con le sue infinite forme di aggressività. Ne risulta un nuovo benessere con il recupero delle funzioni di speranza, fiducia, capacità di adattamento e accomodamento, spingendo verso la creazione di nuovi tentativi e relazioni appaganti. Nel lavoro clinico, ma anche nella vita reale, tali tracce giacciono per lo più latenti perché fagocitate dalle immagini conflittuali e traumatiche che, avendo una maggiore vibrazione, possono ripetersi in modo diabolico anche per tre generazioni, secondo quanto è stato assodato scientificamente. Volendo fare un esempio, l’abbandono di neonati, senza che se ne sia trovata, negli archivi o nelle memorie di famiglia, almeno una spiegazione, può riverberare come eredità psicobiologica traumatica con tante implicazioni dolorose congelatesi nel corso delle generazioni e diventate fissazioni, destinate a riprodursi in modo coatto. In lavori psicoanalitici profondi mi è capitato di evidenziare qualcuno di questi vissuti come rivissuti nelle dinamiche di seduta, passati nella terza generazione, in quanto destino di ripetizione coatta. Possiamo dire, in sintesi: l’eredità del trauma si sparpaglia in qualche discendente che, dopo averla ben subita, se aiutato da un “tramite” (in caso di lavoro psicoanalitico approfondito), può sentirsi tentato a darne una risposta nuova, con fermezza e attivismo, dandosi da fare per uscire dall’immobilismo dall’ingiustizia che rende passivi e depressi, carichi di contenziosi insanabili. C’è molta sofferenza in questi casi e una sorta di tiramolla tra il ritorno indietro e il proseguire che si esprime come un altalena nelle dinamiche transferali e controtransferali di seduta. Molto dipende anche dalla struttura di personalità e dal campo analitico dove si alterna l’eco di un ritorno del rimosso e qualche traccia di benessere slatentizzatasi. Bisognerebbe inserire qui la nostra nozione di elaborazione ricombinativa.
Intanto possiamo dire che ogni singola esperienza di benessere e di trauma riguarda l’intera situazione che può risuonarne in modo conflittuale o sinergico: quando se ne acquisti coscienza, il dolore del singolo esce dal suo segreto e il piacere della condivisione può già un po’ consolare. E rimando al Pensiero n. 2 Un orientamento, che ho dedicato al maestro di molti, me compresa, il Prof. Nicola Peluffo, che ha approfonditamente disquisito su quell’incontro di desideri comuni cui sopra ho accennato, sul “segreto” e sui suoi effetti nel terreno familiare.

Come nasce allora il processo di elaborazione ricombinativa?
Dall’incontro tra qualche traccia di benessere riemersa dalla sua latenza, con dei residui di immagini distruttive, già elaborate (in analisi e/o nel processo artistico, qualche volta o in chi ne sia caratterialmente predisposto), nasce quel processo che, con Lysek, abbiamo chiamato di elaborazione ricombinativa, fulcro del processo creativo-creatore. A tal proposito, con la casa editrice ArabaFenice si è formalizzata una vera e propria collana, da me ideata e diretta, di Tracce di benessere ricombinate, dove potranno scrivere, oltre che gli addetti ai lavori, anche artisti o persone, appunto, caratterialmente predisposte a muoversi nel senso di una creatività benessere: l’inconscio, in quanto depositario di esperienze multiple, è un respiro collettivo di umanità. Le illustrazioni di copertina sono di Albertina Bollati, lei stessa ne ha illustrato il senso, nella seconda Opera della nostra Collana, di prossima uscita: Vincenzo Ampolo, Diario emotivo. Solitudini e cura delle relazioni.
Pensieri sparsi…è la prima testimonianza di questa Collana.

Quale messaggio si augura possa giungere a tutti coloro che leggeranno i Suoi Pensieri sparsi?
Mi piacerebbe che questi Pensieri, accompagnati dalla ricchezza delle speciali e illuminanti illustrazioni di Albertina Bollati, facilitassero, anche solo un po’, un naturale riemergere dalle tenaglie della rimozione, fondo oscuro dell’inconscio. Qui il libro potrebbe rivelarsi interessante anche come materiale d'osservazione. Ai posteri…
Mi augurerei allora che qualche lettore rimanesse attratto dall’importanza della relazione, in quanto possibilità di incontro simmetrico di arricchimento umano. Relazioni non conflittuali, intendo, ma sinergiche di chi ha attraversato il conflitto edipico (come succede nel lavoro psicoanalitico), ad esempio, ed è meno attratto dal costruirsi inconsciamente situazioni conflittuali di possesso-distruzione. Ciò detto, mi auguro, questo sì, che la lettura di questo nostro libro induca almeno un riverbero della rappresentazione di quel binomio trauma-adattamento di cui mi faccio portavoce nella vita e nel lavoro.


* Convivium è un’"associazione di amici che vogliono stare bene insieme parlando di cultura”, in senso lato. Il Dottor Quirino Zangrilli e la Dott.ssa Annarita Alviani sono i fondatori e organizzatori degli eventi.
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09/12/2017 18:21:48
da: peirone.lucianofilippo@gmail.com a: info@ftnews.it
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Nome: Luciano Peirone
Messaggio: Poetica e scientifica al tempo stesso, Daniela Gariglio conduce il lettore in "spazi privati", in "spazi vissuti", dove le emozioni (meglio: gli affetti) si strutturano delicatamente, con rimandi alla soggettività e alla creatività, in vista di un benessere psicobiologico che affonda le proprie radici in un Essere Umano a tutto tondo, nel quale convivono il Bene ed il Male. Un Essere Umano che però lotta continuamente (imperativo etico!) per l'affermazione di Eros su Thanatos.
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