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Un pronostico possibile

sabato, 09 dicembre 2017 17:49

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Rosario Pesce
Sono stati pubblicati dei sondaggi, i primi di una lunghissima serie da qui fino alle prossime elezioni politiche, che dicono bene qual è la situazione odierna.
Il PD di Renzi è ben lontano dai risultati degli anni scorsi, per cui è solo la terza forza del Paese dietro al Centro-Destra, che avrebbe un consenso superiore di almeno dieci punti percentuali, ed ai Grillini, che invece avrebbero ben cinque punti in più del partito renziano.
Il MDP, invece, con la lista “Liberi ed Uguali” supererebbe il 5%, per cui, qualora il dato fosse confermato, entrerebbe in Parlamento, portando con sé una squadra di non meno di venti deputati.
È ovvio che i sondaggi vanno presi con le molle ed è evidente che siamo in presenza di una condizione così fluida, che essa può cambiare nel giro di poche settimane, per effetto di azioni giudiziarie o di scandali che possono nascere ai danni di questa o di quella forza.
Ma, è naturale che l’utilità dei sondaggi non può essere messa in discussione: essi indicano un trend ed, in questo caso, l’elemento che si evidenzia è la debolezza del PD di Renzi, sceso ai minimi storici del gradimento da quando esiste.
Non si può, certo, decretare la fortuna di un leader con il dato fluttuante di un sondaggio, ma non si può, neanche, non rimarcare che il PD, nel corso degli ultimi due anni, dal referendum in poi, si è fatto male da solo, visto che aver seguito Renzi in tutte le sue sfide ha portato quello che, in Parlamento, è tuttora il primo partito ad entrare in rottura con la pubblica opinione nazionale, che ha deciso di non votare più per una forza, che ha violato il patto con i suoi stessi elettori.
È pleonastico sottolineare, infatti, che la promessa della grande riforma dello Stato non è stata mantenuta, mentre quelle riforme, che si sono prodotte, come nel campo del lavoro e della pubblica istruzione, hanno alienato ancora di più le simpatie degli Italiani verso chi è apparso un leader non autorevole ed autoreferenziale.
Cosa fare?
La cosa più semplice: tornare sui propri passi, chiedere scusa agli Italiani di alcuni atteggiamenti, che hanno irritato, e soprattutto invertire la marcia nel modo più forte possibile, mettendo da parte Renzi già in campagna elettorale ed aprendo alla chance di una nuova leadership, che costituisca una novità per il Paese intero.
Altrimenti, i sondaggi, nel corso delle prossime settimane, indicheranno inequivocabilmente la transizione dell’Italia verso nuovi lidi, berlusconiani o grillini, che invero rappresentano la classica terapia che peggiora il male in essere.
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