Redazione     Informativa     Link  

Idealismo contro Realismo

giovedì, 22 febbraio 2018 12:09

condividi su facebook
Rosario Pesce
È la tensione filosofica di sempre: l’Idealismo contro il Realismo.
Sin dal suo nascere, la speculazione filosofica occidentale si è divisa in due ambiti ben precisi: da una parte, chi ha accentuato l’esigenza di rapportare la riflessione alla prospettiva della concretezza e dei dati, percepiti dalla natura, e dall’altra parte chi, invece, volendo esprimere anche un’ambizione di ordine morale, ha messo in termini filosofici la giusta tensione verso un mondo diverso, che si potesse costruire con la forza del pensiero umano e del suo potere trascendentale.
Per secoli, una siffatta antitesi ha dominato il dibattito filosofico, fino a quando, nel corso della fine dell’Ottocento e dei primi decenni del Novecento, la filosofia non ha sancito la sua stessa morte, definendo dunque il passaggio a saperi umanistici di carattere empirico, come la psicologia o la psichiatria o le neuroscienze, che rispondono ovviamente ai canoni del Positivismo e delle scienze della natura applicate alla riflessione intorno alla mente umana.
La morte della filosofia, quindi, è coincisa in gran parte con la “positivizzazione” della ricerca dottrinaria: un esito prevedibile sin dagli inizi dell’Ottocento, quando la critica all’hegelismo ha, di fatto, preannunciato la conclusione dell’età aurea della teoresi occidentale.
È ovvio che, su esiti simili, ha influito non poco la piega che ha assunto il mondo della produzione, che ha sempre più avuto bisogni di saperi che avessero una dimensione applicativa, in linea con la trasformazione in senso capitalistico dei processi produttivi.
È evidente, quindi, che la filosofia, per sopravvivere, si sia poi trasformata in un altro specialismo a sua volta, la storia della filosofia tout court, che può essere narrata in forme diverse, ma che rappresenta pur sempre il tentativo, da parte dello storico, di costruire un impianto teoretico su di una narrazione che non ambisce ad essere la mera traduzione di “fatti” teoretici, atomici e parcellizzati nella loro singola individualità.
Ne è derivata, dunque, non solo la trasformazione radicale di una possibile prospettiva teoretica, ma soprattutto è cambiato il rapporto - di conseguenza - fra la società e l’idea di indagine intorno ai destini del mondo e dell’uomo.
Forse, il consesso sociale ne ha tratto un benefico vantaggio?
Forse, l’Uomo, allontanato dalla dimensione del pensiero puro e spinto verso il pensiero rivolto “a qualcosa”, ha smesso di cercare la sua essenza, all’unico scopo di migliorare il livello di benessere proprio e delle generazioni future?
Certo è che un mondo senza la filosofia ci appare più povero e non solo in termini, strettamente, teoretici: la crisi attuale delle principali istituzioni occidentali – dalla famiglia allo Stato – non può che esserne, d’altronde, la prova più eclatante.
Mostra altri Articoli di questo autore
info@freetopnews.it
I COMMENTI RELATIVI ALL'ARTICOLO
Invia un commento alla Redazione
Email
Nome e Cognome
Messaggio
Gentile lettore, prima di inviare il Suo messaggio:

compilare il codice di sicurezza sottostante copiando l'immagine raffigurata;

CAPTCHA 
cambia codice

inserisci codice



Per pubblicare, in fondo all'articolo, il suo commento selezionare il pulsante sottostante.

Pubblicazione
  Si    solo nome
  Si    nome e cognome
  No


Grazie della collaborazione.

© 2014 - ftNews è una testata di libera informazione.
© 2014 - FreeTopNews è una testata di libera informazione senza fini di lucro e conseguentemente le collaborazioni sono fornite assolutamente a titolo gratuito.
Se vuoi collaborare con la redazione e rendere sempre più ricchi i contenuti e accrescere la qualità del servizio offerto, inviaci articoli, segnalazioni e note per la eventuale pubblicazione. (Continua)

Iscrizione presso Registro della Stampa del Tribunale di Ancona , n. 17/2014 del 16/12/2014.