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Gli interrogativi non risolti

domenica, 04 marzo 2018 14:24

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Rosario Pesce
La campagna elettorale ci lascia non pochi interrogativi irrisolti.
In primis, è apparsa evidente a molti una volontà di cambiamento, che però non si sa se sarà in grado di contribuire a comporre una maggioranza parlamentare, a partire da lunedì mattina.
Infatti, l’ansia del cambiamento può esprimersi in diverse direzioni politiche, per cui non è improbabile che, dopo il voto, nessuna forza o coalizione abbia la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento.
È, peraltro, evidente che le leadership, nel corso del mese di campagna elettorale, si siano modificate: appare ovvio a tutti che, ad esempio, all’interno del PD il ruolo e la presenza di Gentiloni si siano imposti rispetto a Renzi, anche se sarà quest’ultimo quello che si intesterà la sconfitta, se sconfitta dovesse essere.
Altresì, è emersa la diversa presenza, nel gioco politico, del Movimento Cinque Stelle che, finora individuato dai più solo come mera forza di opposizione, si è dato invece un’immagine di partito di Governo, per cui il fatto che Di Maio abbia pubblicato la lista dei possibili ministri a cinque stelle ha confermato, viepiù, l’inizio di un nuovo ciclo nella storia, seppur breve, di quel Movimento.
La storia del nostro Paese, dalle elezioni odierne, non può che ripartire, dal momento che, come da giudizio unanime di tutti gli osservatori, con il voto di oggi inizia, di fatto, una nuova stagione delle nostre istituzioni.
Chi ci governerà nel prossimo futuro?
La Terza Repubblica – per usare un’espressione di tipo giornalistico – sarà diversa dalla Seconda ed in che misura essa si differenzierà dai cicli politici precedenti?
Il voto odierno contribuirà a rinsaldare il rapporto fra i cittadini e le istituzioni oppure continuerà quel trend che ha visto, nel corso di questi ultimi anni, diminuire nettamente la percentuale degli elettori che hanno esercitato il diritto-dovere del voto?
In che misura i media – ed, in particolare, i social – contribuiranno a determinare gli orientamenti degli Italiani, visto che, ormai, conta molto di più la piazza mediatica, piuttosto che quella reale?
E le riforme della Costituzione, che finora si sono infrante contro il volere dei cittadini, potranno essere varate nel corso dei prossimi mesi, quando il nuovo Governo e la rinnovata maggioranza parlamentare avranno più autorevolezza in virtù dell’investitura popolare appena ricevuta?
Sono, questi, interrogativi che non possono non trovare una soluzione con le elezioni odierne, anche perché dalla loro definizione saremo in grado di intuire la qualità della nostra democrazia per i prossimi anni.
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