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Rosario Pesce
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A quanto pare, quello di Movimento Cinque Stelle e Lega è l’unico Governo possibile al momento e, pertanto, bisogna rispettare gli esiti del voto popolare e delle consultazioni del Presidente della Repubblica.
È ovvio che non mancano i punti interrogativi, visto che si tratta di una maggioranza parlamentare insolita per il nostro Paese e visto che non poche sono le problematiche, che vanno affrontate tenendo conto del contesto internazionale e delle richieste legittime, che gli elettori hanno mosso in campagna elettorale alle liste che, poi, hanno votato.
Certo, in primis bisognerà comprendere quale tipo di relazione si costruirà con l’Unione Europea, dal momento che lungo il crinale del rapporto fra Roma e Bruxelles si svolgeranno molte partite, che determineranno gli esiti della vicenda politica nazionale.
Se la nuova maggioranza di Governo si limiterà solo ad alzare la voce ed a richiedere condizioni migliori di convivenza all’interno dell’Unione, una siffatta ricerca di dialogo non potrà che essere lodevole; altra cosa, invece, sarà se il nuovo Governo dovesse forzare, per arrivare in breve tempo all’uscita del nostro Paese dall’Unione, perché, in quel caso, non solo si interromperebbe una collaborazione continentale preziosa, ma soprattutto si verrebbero a creare le condizioni, in Italia, per uno sconvolgimento finanziario e monetario, che non sappiamo quali effetti possa avere.
Inoltre, è evidente che la vita del nuovo Governo dipenderà molto dalla sua capacità di riformare la Pubblica Amministrazione ed il meccanismo di funzionamento di settori importanti dello Stato, perché essenziale è il rapporto fra quest’ultimo ed i cittadini.
Ma, una nuova maggioranza, per la prima volta alla verifica governativa e con una deputazione parlamentare in gran parte inesperta dei meccanismi e delle malizie della politica, sarà in grado di procedere lungo un sentiero irto e difficile?
È chiaro che la presenza all’opposizione del PD e di Forza Italia costituisce un punto di debolezza significativa per il Governo, perché il contributo di partiti, che hanno una lunga tradizione di gestione del potere alle loro spalle, avrebbe potuto dare una mano a chi, invece, è neofita nelle stanze dei bottoni.
Certo, quello che nasce è un Governo molto diverso da quello che noi avremmo desiderato, ma non possiamo che attenderlo alla verifica dei fatti, perché solo quella ci potrà dire se si tratta di mero e dannoso populismo o di una nuova e compiuta stagione della politica, ricca di insidie, ma anche di opportunità per tutti.
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