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Màn. Vietnam Street Heroines in mostra al MAO (TO)

domenica, 26 agosto 2018 10:25

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Heroine 4: Stampa in bianco e nero su carta Hahnemühle bamboo - mixed media, dipinta a mano con ecoline (25cm x 16.67cm);
Francesca Bianchi
Resterà aperta fino a domenica 2 settembre 2018, presso il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino, Màn. Vietnam Street Heroines, esposizione fotografica realizzata sotto gli auspici del Consolato della Repubblica Socialista del Vietnam di Torino, in collaborazione con Polo Scientifico Culturale Italia Vietnam, in occasione del 45° Anniversario delle relazioni diplomatiche fra Italia e Vietnam.
La mostra presenta una serie fotografica incentrata sulla figura delle venditrici ambulanti vietnamite. Le immagini, esposte per la prima volta, fanno parte dell’ultimo progetto della fotografa Ottavia Castellina, realizzato con la collaborazione dell’assistente fotografa Tran Thi Ngoc Hoa.
FtNews ha intervistato la Castellina, che ci ha spiegato di aver tratto ispirazione dall’antica iconografia delle eroine patriote vietnamite e dal lavoro dei fotografi ambulanti della seconda metà del XIX secolo. Le fotografie in bianco e nero dipinte a mano ritraggono queste "eroine del quotidiano" come rappresentative sia di un’antica tradizione sia di un vertiginoso mutamento socio-economico e culturale in atto. La fotografa torinese ha raccontato che numerose contadine del Vietnam settentrionale, “pilastro della famiglia” nelle campagne, oggi scelgono di trasferirsi nella capitale, Hanoi, per lavorare come venditrici ambulanti, lasciando a casa marito e figli. In linea di continuità con la società matriarcale pre-confuciana e con le patriote che hanno segnato la storia leggendaria del Paese, queste donne conducono un'esistenza precaria, spesso alle soglie della povertà più estrema, in transito perpetuo tra campagna e città, tra tradizione e modernità.

Sig.ra Castellina, fino al 2 settembre, presso il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino, sarà possibile ammirare la Sua mostra fotografica Màn. Vietnam Street Heroines. Come è nata questa mostra e, soprattutto, come e quando è maturata l'idea del progetto all'interno del quale è inserita?
Màn. Vietnam Street Heroines nasce in collaborazione con il Consolato del Vietnam a Torino grazie soprattutto alla Console Onoraria Sandra Scagliotti, che ha creduto nel mio progetto e mi ha permesso di trasformarlo in una mostra. Il progetto si iscrive nell’ambito di tre lavori che esplorano la condizione femminile in alcune realtà asiatiche. Le serie precedenti, (L)ending Lines (2012) e Matrilines (2015), esplorano la condizione della donna in India e a Sumatra (Indonesia) attraverso due ‘viaggi’ all’interno dei treni per sole donne a New Delhi e Mumbai e delle case di esclusiva proprietà femminile dell’antica civiltà Minangkabau. Mi interessava capire cosa si nascondesse realmente dietro alla condizione di ‘esclusività’ dedicata alla donna e come riforme economiche, tradizioni culturali, modelli occidentali e religiosi influissero sul suo ruolo all’interno di determinate realtà culturali. Con Màn. Vietnam Street Heroines la mia intenzione iniziale era quella di esplorare il ruolo della donna in un contesto, quello vietnamita, in cui la figura femminile ha rivestito un posto importante nella storia e nell’immaginario popolare del Paese, godendo politicamente di maggiore tutela rispetto ad altri Paesi asiatici. La mia idea iniziale, infatti, era quella di ritrarre in particolare donne che godessero di un ‘privilegio’ reale rispetto ai soggetti dei miei due lavori precedenti, creando una serie di ritratti che esteticamente mescolassero l’iconografia delle eroine leggendarie con la figura della donna contemporanea vietnamita. Tuttavia, arrivata ad Hanoi, mi sono imbattuta nelle venditrici ambulanti, e ho pensato che fossero loro le vere eroine contemporanee vietnamite.
Heroine 2: Stampa in bianco e nero su carta Hahnemühle bamboo - mixed media, dipinta a mano con ecoline (25cm x 16.67cm).
Cosa significa la parola Màn? Chi sono le "eroine" di cui si parla nel titolo?
La parola Màn in vietnamita indica qualcosa che separa e nasconde, una tenda o schermo. Nello stesso tempo, però, la parola ‘man’ (senza accento) in inglese significa ‘uomo’. Le eroine di cui si parla nel titolo sono le contadine del Vietnam settentrionale che hanno scelto di trasferirsi ad Hanoi per sostenere le proprie famiglie in campagna, lavorando come venditrici ambulanti. Eroine quotidiane, dunque, che in questo contesto specifico rivestono un ruolo solitamente deputato all’uomo all’interno dell’economia domestica. Nel mio lavoro lo ‘schermo’ (màn), inteso in senso cinematografico come un luogo di rappresentazione e quindi come dimensione ‘altra’ rispetto alla realtà, intende ritagliare all’interno del loro stesso ambiente di lavoro (la strada), uno spazio iconico nel quale queste venditrici ambulanti possano autorappresentarsi, rivelando la propria natura eroica.

Perché ha scelto di fotografare le venditrici ambulanti vietnamite? Chi sono queste donne? Cosa può dirci della loro storia?
Le venditrici ambulanti vietnamite sono donne che lasciano il villaggio natale in cerca di un reddito di origine urbana, poiché nelle campagne pochi sono i lavori disponibili adatti alle donne. Spesso sono costrette a vivere in condizioni precarie e disagiate in città, pur continuando a mantenere intatta la propria identità contadina, assolvendo ad una serie di obblighi famigliari, agricoli e rituali. Rappresentano il 60% dei sette milioni di lavoratori informali del Vietnam, una forza vitale per il Paese, anche se si tratta di un settore ancora escluso dai privilegi della crescita economica del Vietnam contemporaneo.

Come è riuscita ad entrare in contatto con loro?
Grazie all’aiuto della mia assistente Tran Thi Ngoc Hoa, ho potuto avvicinare le venditrici, che normalmente non parlano inglese, e comunicare con loro. Io e Hoa abbiamo attraversato la città a piedi e in motorino, fermando le venditrici e convincendole di volta in volta a prestarci qualche secondo del loro tempo, posando di fronte al telo bianco.

Come L'hanno accolta? Si sono lasciate ritrarre o hanno mostrato diffidenza? Da turista occidentale, che rapporto è riuscita ad instaurare con loro?
Le venditrici sono giustamente piuttosto schive nei confronti dei turisti che, giunti ad Hanoi, le identificano come rappresentative del folklore locale, considerandole parte integrante del paesaggio e fotografandole continuamente, il più delle volte senza chiedere loro il permesso. Per questo motivo spesso non è stato facile convincerle. Tuttavia, una volta trovatesi di fronte ad un telo bianco sostenuto, nella maggior parte dei casi, da un turista di passaggio, qualcosa nel loro atteggiamento è cambiato. Credo che al di là della situazione inaspettata e divertente in cui si sono, loro malgrado, ritrovate, il fatto di posare di fronte ad una sorta di sipario le abbia fatte sentire valorizzate nel loro ruolo, piuttosto che oggettivizzate dallo sguardo del turista.
Heroine 5: Stampa in bianco e nero su carta Hahnemühle bamboo - mixed media, dipinta a mano con ecoline (25cm x 16.67cm);
Che ruolo hanno avuto le donne nella storia del Vietnam, dall'antichità sino all'attuale momento storico? In particolare, qual è stato il loro ruolo nella lotta per l’indipendenza del popolo vietnamita?
Le donne hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nella storia del Vietnam, soprattutto nell’edificazione nazionale del Paese, a partire dalla stessa storia leggendaria che vide protagoniste eroine patriote, come le sorelle Trung, che restituirono l’indipendenza al Paese, guidando e vincendo la rivolta anti-cinese, fino a giungere, in tempi più moderni, alla Guerra del Vietnam, a cui le donne parteciparono attivamente, rivestendo ruoli strategici significativi.

Secondo Lei, La fotografia può essere un luogo di incontro? In che modo Lei è riuscita a renderla tale?
Certamente sì! La fotografia, e più in particolare il ritratto fotografico, è un’opportunità per entrare in contatto con un mondo altro rispetto al nostro, quello del soggetto fotografato. La fotografia riassume un incontro che è già di fatto avvenuto nello spazio temporale che ha preceduto lo scatto.

Si è ispirata a qualcuno per la realizzazione di questi scatti?
Sì! L’intero progetto prende ispirazione dalle fotografie di Felice Beato, uno dei primi fotografi occidentali che si spinse in Asia per documentare paesaggi, persone e costumi fino ad allora ignoti agli Europei del tempo. Per questo motivo ho deciso di interpretare in senso contemporaneo anche la tecnica di colorazione manuale dell’immagine.

Cosa possono insegnare queste indomite venditrici ambulanti vietnamite a noi donne Occidentali?
Credo che la loro forza, seppur nella fragilità della loro condizione, sia un elemento di grande ispirazione per chiunque.

Quale messaggio si augura possa arrivare a tutti coloro che visiteranno Màn. Vietnam Street Heroines?
Mi auguro che il futuro turista-viaggiatore che ha visitato Màn. Vietnam Street Heroines possa intraprendere nel suo prossimo viaggio un modo di fare fotografia più consapevole, considerandola un’opportunità di incontro piuttosto che mera registrazione visiva.
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