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Caccamo (PA), borgo di storia, arte, cultura

domenica, 28 aprile 2019 06:50

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Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
Domenica 7 aprile ho avuto il piacere di trascorrere una bellissima giornata a Caccamo (PA), città culla di arte, storia e cultura che ospita uno dei castelli più grandi di tutta la Sicilia.
Dopo aver visitato il borgo e i suoi luoghi simbolo sotto la preziosa guida del
dott. Giovanni Aglialoro
, "ambasciatore" della cultura caccamese e membro dell'Associazione BC Sicilia - Per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali - Sede di CACCAMO, sono stata ricevuta in Comune dal Sindaco Nicasio Di Cola, che ringrazio per l'accoglienza.
Per FtNews ho intervistato entrambi.
Il dott. Nicasio Di Cola ha parlato delle diverse iniziative che vedono impegnata l'Amministrazione Comunale per promuovere e valorizzare la conoscenza di questo meraviglioso borgo, augurandosi che nei cittadini possa rafforzarsi sempre di più la consapevolezza dell'importanza del patrimonio storico-culturale ereditato dal glorioso passato.
Il dott. Giovanni Aglialoro, profondo conoscitore della storia di Caccamo, a cui ha dedicato il libro Caccamo è tutta... un Castello, ha raccontato qualche curiosità sulla storia del borgo e del suo imponente Castello, soffermandosi molto sulle bellezze artistiche di questa Urbs generosissima e aprendoci le porte della suggestiva Bottega nella Roccia-Museo della civiltà contadina. Lì è possibile ammirare l’esposizione di un pannello che riproduce il riquadro centrale del pavimento maiolicato della Chiesa di San Benedetto alla Badia e l’antica cucina del contadino con fotografie ed esposizione di vecchi utensili, attrezzi di lavoro e specialità culinarie. Nel corso della nostra conversazione, il dott. Aglialoro ha parlato anche delle finalità che si propone la BCsicilia – Caccamo, presieduta da Laura Scimeca, e delle tante attività proposte dall'associazione per i numerosi turisti e per le scolaresche.
Desidero rivolgere i miei più sinceri ringraziamenti al Sindaco Nicasio di Cola e al dott. Giovanni Aglialoro per l'accoglienza, l'ospitalità, la cortesia e la gentilezza nei miei confronti. Vorrei estendere i ringraziamenti a Santo Galbo, Segretario della BCsicilia Caccamo, per l'infinita disponibilità, e ad Antonino Renda, Presidente del Gruppo Medievale "Regius" che, invitandomi ad assistere alla Rievocazione Storica dell'Elevazione ed Investitura di Dame e Cavalieri alla Corte di Federido II di Svevia al Castello di Caccamo, ha reso possibile tutto ciò. In merito, un ringraziamento va anche alla dott.ssa Antonella Liberto, Assessore al Turismo e alla Cultura, per gli adempimenti tecnico-burocratici legati alla realizzazione di questo evento rievocativo.
Un sentito ringraziamento a Giuseppe Scimeca, proprietario della struttura ricettiva che mi ha ospitato, "Case Vacanze Scimeca-Villette nel Centro Storico". Da una di queste graziose villette ho avuto il privilegio di contemplare in tutta la sua solenne imponenza uno dei manieri più belli d'Italia: di notte, completamente illuminato, rende ancora più magico questo meraviglioso borgo medievale, che spero possa essere presto inserito nel Club de "I Borghi più Belli d'Italia".

Dott. Aglialoro, Lei ormai è considerato una "risorsa culturale e storica di Caccamo", un "ambasciatore del turismo". Da quasi cinquant'anni promuove turisticamente questo borgo medievale, accogliendo con la Sua ospitalità centinaia di migliaia di visitatori. Quando è stata fondata Caccamo? A quando risale la prima notizia certa di questa graziosa cittadina? In quale contesto geografico e paesaggistico è inserita?
Il Borgo di Caccamo sorge in collina, a 521 metri sul livello del mare, su uno sperone roccioso alle estreme falde del monte San Calogero nel tratto inferiore della valle del fiume San Leonardo ed e’ cinta da una corona di rilievi montuosi. Centro fortificato, di probabile origine cartaginese, Caccamo ha conservato l’impianto urbanistico medievale con la struttura viaria duecentesca nelle zone di “Terravecchia e Rabbato”. Con una superficie di ben 18.780 ettari è al terzo posto tra gli 82 Comuni della provincia di Palermo ed il suo territorio confina con ben 13 di essi. Caccamo, definita anche "La Cartagine di Sicilia", "Urbs generosissima", "Città d’Arte", "Museo a cielo aperto", è culla di cultura, storia, arte, artigianato, tradizioni.
Diversi studiosi hanno cercato di ricostruire le primissime fasi della vita della città ed i misteri che avvolgono le origini della sua storia, ma nessuno è riuscito a dare una risposta certa. Il termine Caccamo potrebbe derivare dal greco Kakkabe (Pernice) e Kakabe (Calderone), dal punico-cartaginese Caccabe (Testa di cavallo), dal latino Cacabus (pentolone), dall’arabo Kùkum (vaso-marmitta) e dal siciliano Caccamu (Albero di Loto). Secondo la leggenda Caccamo non era altro che la mitica Cartagine di Sicilia, fondata da un gruppo di soldati punici sfuggiti alla morte dopo la battaglia di Himera, nel 480 a.C. Una tesi favolosa che ha trovato qualche riscontro con il rinvenimento di monete con l’effige della testa di cavallo, utensili, oggetti ed armi riconducibili alla possibile presenza cartaginese nella zona, ma tutto ciò purtroppo non è stato adeguatamente supportata da altri dati oggettivi. E' noto che a qualche chilometro da Caccamo, sulla strada che conduce al fiume San Leonardo, esiste una zona che porta ancora oggi il nome di Dionisio. Ebbene, sulla riva sinistra del fiume Chienti, in provincia di Macerata, esiste una zona chiamata "Caccamo", anticamente abitata dai Siculi, dove Dionisio reclutava i suoi mercenari.
A partire dall’anno 1000 Caccamo comincia ad assumere importanza sempre crescente, un'importanza che manterrà per oltre sette secoli con il costituirsi dell’ordinamento feudale e con la dominazione dei normanni. La prima notizia certa della città risale al 1094, quando Ruggero I eleva Caccamo al rango di Baronia e la cede a Goffredo de Sageyo. Nel 1160 Matteo Bonello ordisce e capeggia la congiura dei baroni siciliani contro Guglielmo I detto il Malo.
Il maestoso Castello di Caccamo, il castello medievale più grande di tutta la Sicilia e uno dei più belli d'Italia, domina incontrastato sul borgo. Quand'è che assunse le caratteristiche di una fortezza? Quali nobili famiglie lo abitarono?
Il primo impianto del Castello deve essere stato semplicemente una torre di avvistamento, sulla quale si sarebbe poi sviluppata la “Torre Mastra” con sottostante cisterna d’acqua. E’ possibile che successivamente si sia aggiunta una cinta muraria più vasta per poter ospitare armenti o carovane di viaggiatori in transito.
Da struttura difensiva piuttosto elementare, il Castello diviene nel tempo una complessa architettura dalle tipiche caratteristiche di fortezza. Il risultato di numerosi rimaneggiamenti espletati nell’arco di ben otto secoli è oggi rappresentato dal maniero che ammiriamo in tutto il suo splendore e in tutta la sua maestosità.
Ne ebbero la signoria ben oltre 15 famiglie. Tra le più importanti: i Chiaramonte, i Prades, i Cabrera, gli Henriquez, gli Amato e i De Spuches. Nel 1963 Antonio De Spuches, Principe di Galati e Duca di Caccamo, cede il Castello alla Regione Siciliana per quaranta milioni. Da allora si sono susseguiti vari progetti per il ripristino dell’edificio, mai completati. Il Castello di Caccamo, nel suo complesso, si presenta molto suggestivo e conserva, malgrado i vari rifacimenti, una struttura unitaria equilibrata. Restaurato definitivamente nei suoi 130 vani, reso totalmente fruibile e trasformato in sede di manifestazioni culturali regionali, nazionali ed internazionali varie, potrebbe diventare sempre di più meta turistica e, quindi, risorsa economica e sociale per tutti i cittadini caccamesi con significativo incremento di tutte le attività economiche, turistiche e collaterali della città.

Nel corso dei secoli la naturale bellezza del paesaggio si è sposata perfettamente con la solennità e l'imponenza del Castello. Il Ponte Brancato o Chiaramontano sul fiume San Leonardo, oggi non più visibile, è stato per secoli uno degli angoli più suggestivi del territorio di Caccamo. Chi realizzò questa struttura?
Nel 1300 Manfredi I Chiaramonte divenne signore di Caccamo, amp1iò e fortificò il Castello e realizzò il Ponte Chiaramontano, dal 1994 sommerso dalle acque dell’invaso della diga Rosamarina, che mediante il suo sbarramento ha dato luogo al più grande lago artificiale di Sicilia. Lo stesso si offre oggi ai nostri occhi come uno smeraldo verde che impreziosisce ed esalta la bellezza del paese.

Caccamo conta un numero incredibile di chiese...
Sì! All'inizio del 1900 a Caccamo - con poco più di 12.000 abitanti - esistevano 46 chiese, 7 conventi (degli Agostiniani, delle Benedettine, dei Cappuccini, dei Carmelitani, dei Domenicani, dei Francescani e del reclusorio delle vergini) e 101 preti. Oggi il borgo conta poco più di 30 Chiese. Quasi tutte sono esposte ad ovest, comprese quelle vendute, abbandonate, diroccate o adibite ad altri usi. Proprio questo numero ingente di edifici religiosi, nati anche per l’antagonismo esistente tra quartiere e quartiere, è valso al popolo caccamese l’appellativo di ‘religiosissimo’. All'interno delle chiese è raccolto un inestimabile patrimonio artistico e culturale.

Può darci qualche informazione delle chiese più significative da questo punto di vista?
Nel cuore di Caccamo fanno bella mostra il prospetto e la chiesa parrocchiale della SS. Annunziata, importante monumento religioso con tre ingressi contornati da eleganti portali barocchi in pietra. Costruita tra la fine del ’300 e l’inizio del ’400, è incastonata fra due torri campanarie mozze di cui, quella sinistra, un tempo baluardo del Castello. Moltissime le opere di notevole spessore artistico, tra cui la tela dell’Annunciazione di Maria del Borremans ed i pregevolissimi stucchi di scuola Serpottiana.
L’insuperabile capolavoro d’arte rappresentato dalla Madonna col Bambino di Antonello Gagini, sicuramente l’opera più perfetta da lui eseguita nel 1516, è custodita, invece, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, all’interno della quale si trova l’urna d’argento con le spoglie mortali del Beato Giovanni Liccio, veneratissimo Beato di Caccamo.
Il Duomo di Caccamo, dedicato a San Giorgio Martire, sorge su un’antichissima struttura di epoca normanna, ristrutturato nel 1477 dalla famiglia Cabrera, fu ampliato nel 1615.

Una menzione particolare merita la Chiesa di San Benedetto alla Badia, gioiello d'arte barocca a cui Lei, dott. Aglialoro, ha dedicato vari studi e ricerche. Quali sono le peculiarità che rendono questa Chiesa la più ammirata e la più bella di Caccamo?
La Chiesa di San Benedetto alla Badia è la tipica settecentesca ‘chiesa salotto’, armonioso compendio di quasi tutte le forme d’arte: il pavimento maiolicato, gli stucchi di scuola Serpottiana, l’altare in legno rivestito in lamina dorata, la cancellata in ferro battuto a forma di grande ventaglio, i marmi policromi, gli affreschi sulla volta e le tele seicentesche degli altari laterali. Il piano di calpestio della chiesa è tutto pavimentato da piastrelle che compongono l’eccezionale insieme di inusitate dimensioni e che rappresentano un unico esemplare dell’artigianato siciliano. Iniziammo a promuovere questa Chiesa nel lontano 1973, facendola visitare a piedi scalzi proprio per salvaguardarne la pavimentazione. Da allora ci fu una serie infinita di comunicati, articoli e pubblicazioni su riviste italiane ed estere: Sikania, Caravan e Camper, Mirror, Bell'Italia, AC-Autocaravan, Kalòs, Turismo & Gastronomia, That'S ITALIA, riviste sull'artigianato siciliano d'eccellenza a Parigi, a Francoforte, a San Francisco e perfino a Tokio.
Nel corso di vari decenni abbiamo dedicato tutte le nostre attenzioni e le nostre ricerche all'interno di biblioteche ed archivi storici alla scoperta dell'autore dell'opera più pregevole dell'unicum artigianale siciliano, costituito da circa 5.000 mattonelle maiolicate, il cui insieme è suddiviso in sezioni collegate tra loro che decorano non solo il pavimento della Chiesa, ma anche quello dell'abside, e che riproducono paesaggi agresti, tramonti e panorami, mitiche e seminude figure in un motivo ornamentale vario con originali disegni a colori vivaci a conferma delle più rinomate ceramiche siciliane, come il bleu turchino, il giallo, il verde e l'azzurro. Questo pavimento maiolicato è stato sempre attribuito, erroneamente, a Nicolò Sarzana, mattonaro palermitano (1700-1786).
Il riquadro centrale (il più ammirato) riproduce un veliero in un mare in tempesta con riferimento alla Chiesa cattolica, che nel corso della sua millenaria storia vacillerà, ma non sarà mai travolta dalle forze del male.
L'opera più imponente, di artigianato locale, è costituita da una grandiosa cancellata in ferro battuto che va dalla balaustra del matronèo fino alla volta della Chiesa. L'opera risale al 1749 e costò 227 onze, 10 tarì e 15 grani, oggi equivalenti orientativamente a 40.000 Euro. Nella lunetta sopra il cornicione, dove si trovano cinque statuette, fu posto un bassorilievo raffigurante l'episodio della "Cena di Emmaus" con Cristo al centro tra i due discepoli. Questi stucchi appartengono a Bartolomeo Sanseverino, uno dei più bravi discepoli del Serpotta, che ha voluto siglare l'opera nel 1756 in segno di devoto omaggio al suo maestro, firmandola con il simbolo usato dal grande Giacomo, cioè una piccola serpe (infatti veniva chiamato "mastru sirpuzza").
L'affresco sulla volta, realizzato da Antonio Petringa nel 1735, raffigura il trionfo di San Benedetto. Con trovata di gusto tipicamente barocca, l'artista fa fuoruscire dalla volta la gamba (dal ginocchio al piede) e la parte terminale della lancia di un soldato dipinto in primo piano, realizzandoli in stucco e poi colorandoli in maniera così perfetta da non riuscire a distinguere dove finisce la pittura ed inizia la scultura.
Tra le opere pittoriche presenti: L'Immacolata concezione di Vincenzo La Barbera, eseguita nel 1613; La Madonna della neve con i Santi Stefano e Lorenzo, attribuita ad Antonio Spadafora (sec. XVI); Crocifisso con i Santi Benedettini, opera di Francesco Quaresma (1632); L'estasi di San Benedetto (XVII sec.).
Francesca Bianchi tra il Sindaco Nicasio Di Cola e il dott. Giovanni Aglialoro
La prima attrazione di Caccamo su Tripadvisor.it è la Bottega scavata nella Roccia - Museo della Civiltà contadina, vincitrice di cinque certificati di eccellenza per cinque anni consecutivi (2014, 2015, 2016, 2017 e 2018). Di cosa si tratta?
Incastonata nello sperone roccioso del Castello, sorge la Bottega nella Roccia - Museo della Civiltà contadina, dove siamo soliti accogliere i nostri ospiti per guidarli alla scoperta delle nostre tipicità culturali, presentando loro i siti e il territorio, segnalando gli scorci più belli, descrivendo le riserve, il lago di Rosamarina, le nostre numerose chiese, il Castello, le tradizioni, curiosità, aneddoti, leggende. In questa suggestiva sede è possibile ammirare l’esposizione di un pannello che riproduce il riquadro centrale del pavimento maiolicato di San Benedetto alla Badia, sapientemente elaborato dagli studenti della locale Scuola Media Statale “Mons.V.Aglialoro” e le esposizioni di tre castelli in miniatura riprodotti in legno, sughero e gesso. Nell’antica cucina del contadino è possibile visitare la mostra sul ciclo del grano, che illustra con fotografie ed esposizione dal vero vecchi utensili, attrezzi di lavoro e specialità culinarie. Tale mostra sulla civiltà contadina è stata realizzata mentre era attiva l'Associazione Culturale "Sicilia e Dintorni", di cui facevamo tutti parte prima di diventare BCsicilia sede di Caccamo. Attualmente fa parte dell'attrazione turistica "Bottega nella Roccia", di cui sono titolare. Alcuni anni fa ho voluto riunire strumenti ed oggetti della civiltà contadina caccamese in questo contesto che rende alla perfezione l'idea di un ambiente tipicamente siciliano.
La vecchia cucina, resa particolarmente suggestiva dalle antiche mattonelle blu e bianche e dalle pareti in roccia illuminate da fari colorati, ospita un forno che risale ad oltre cento anni fa ed è perfettamente funzionante. Sugli scaffali si possono ammirare un colapasta di stagno, la ‘cannata’, un ‘murtareddu’ di rame, i ‘bummari’, piatti e contenitori di alluminio smaltati bianchi con i bordi azzurri, un ferro da stiro a carbone, recipienti in terracotta per conservare l’estratto di pomodoro, teglie per infornare biscotti, una ‘quarara’ ed un antico braciere.
Il pezzo più pregiato della mostra è un ‘arbitriu’, con l'ausilio del quale il contadino, utilizzando dei dischi di rame, preparava la pasta fresca. All'interno della Bottega - Museo della civiltà contadina è possibile degustare gratuitamente varie prelibatezze di Sicilia: nutella di pistacchi, creme di limoni, mandorle, castagne, nocciole e manna, confetture di fichidindia o mandarini e bergamotto, miele balsamico, cioccolato di Modica e biscotti alla cannella.

Lei fa parte della sezione di Caccamo dell'Associazione BC Sicilia - Per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali. Di cosa si occupa l'Associazione e, nello specifico, in quali attività siete impegnati Voi della sezione caccamese?
Si tratta di una associazione culturale e di volontariato a carattere regionale, nata dalla consapevolezza che l'immenso patrimonio storico, artistico, archeologico, monumentale, paesaggistico e ambientale sia da preservare e valorizzare.
Il compito mio e di tutti i soci della Sede di Caccamo, presieduta da Laura Scimeca, è quello di illustrare le eccellenze e tipicità artistiche, gastronomiche e culturali con l'intento di portare alto il nome e l'immagine della nostra Urbs Generosissima, ponendo tutti gli ospiti e i visitatori al centro delle nostre attenzioni. Ci terrei a menzionare tutto il Consiglio Direttivo della nostra Sezione: Presidente Laura Scimeca; Vicepresidente Eliana Geraci; Segretario Santo Galbo; Economo Giusy Geraci; Responsabile per la comunicazione Ignazio Pravatà; io sono Responsabile per la formazione.
Negli anni abbiamo incessantemente tentato di trasmettere, in chi ci ha contattato, l'amore per la nostra città e per il nostro territorio: il regalo più grande che la storia ci abbia fatto, l'unico, forse, per cui è valsa la pena di essere orgogliosi del proprio Paese, come noi lo siamo di Caccamo. Cerchiamo di incentivare il "turismo esperienziale": escursioni all'insegna di curiosità, arte, cultura, tradizioni, leggende e sapori dimenticati.
Con determina n. 5 del 22 febbraio 2019 il Sindaco di Caccamo Nicasio Di Cola mi ha conferito l'incarico di responsabile locale del coordinamento turistico per l'A.T.S. per la promozione e valorizzazione culturale di 11 castelli di Sicilia di cui fa parte Caccamo. In questa veste, insieme a tutto il Direttivo della sezione caccamese della BC Sicilia, cerco di proporre qualcosa di originale per i turisti che si rivolgono a me.
Tra le tante iniziative che organizziamo: l'incontro con il principe e la principessa per i bambini; Medioevo e Barocco a lume di candela; l'addio al nubilato e al celibato con i protagonisti in costumi d'epoca; cena o banchetto medievale " con l'intervento di dame, cavalieri, falconiere, odalisca, armigeri, pargoli, danzatrici e falco; la promessa di matrimonio per San Valentino.
Per le scolaresche proponiamo una magica avventura in costume: l'assalto didattico al Castello di Caccamo. Si tratta di un nuovo approccio con la storia, accattivante e dinamico, una originale iniziativa curata nei particolari da Laura, Santo, Giusy, Giovanni, Eliana, Luca, Elisabetta, Silvia, Salvatore, Ignazio, Roberta, Loredana, Floriana, Elisa, Daniele, Manuela e Myriam. L'evento si svolge in questa maniera: due nostri soci accolgono la scolaresca facendo una breve introduzione sugli usi e i costumi della vita medievale e del Castello. Con l’intento di incentivare la conoscenza delle radici storiche, i principi racchiusi nella storia medievale e valorizzare le bellezze artistiche locali, un corteo in costume d’epoca, raffigurante la famiglia Chiaramonte con dame ed armigeri, teatralizzerà la visita al Castello coadiuvato da alcune coppie di bambini. Tutti insieme rievocheranno: la “promessa di fede”, il “giuramento secondo l’antico codice”, “l’investitura con l’imposizione della spada” e quella a damigella con “l’apposizione della ciambella”.

Dott. Aglialoro, cosa si augura per il futuro di Caccamo?
Mi auguro che attraverso un vero ed autentico "salto di qualità" Caccamo possa essere inserita nel Club de "I Borghi più Belli d'Italia, possa conquistare la bandiera arancione del Touring Club Italiano e conseguire il titolo di "gioiello d'Italia" o di "Comune fiorito". Mi auguro, inoltre, che possa proporre la propria candidatura aggiuntiva a patrimonio dell'UNESCO con l'inserimento nel circuito arabo-normanno di Palermo, Monreale e Cefalù.

Dott. Di Cola, dall'11 giugno 2017 Lei ricopre la carica di Sindaco di Caccamo. Attualmente in quali attività è impegnata l'Amministrazione Comunale per promuovere e valorizzare questo meraviglioso borgo?
Siamo impegnati in un'attività di promozione turistica della nostra città, in considerazione del fatto che Caccamo dispone di un patrimonio storico, artistico e culturale di enorme importanza. Abbiamo partecipato a "Travelexpo - Borsa Globale dei Turismi", che si svolge presso l'Hotel Città del Mare, nel comune di Terrasini (PA). Inoltre, stiamo facendo iniziative mirate a far conoscere Caccamo nel territorio regionale e anche oltre. Recentemente, in occasione della giornata del FAI, abbiamo avuto una notevole presenza di turisti. Qualche domenica fa abbiamo organizzato all'interno del Castello degli eventi in abiti d'epoca che hanno riscosso notevole consenso da parte dei numerosi visitatori. Siamo fermamente convinti che lo sviluppo economico della nostra città e della Sicilia intera passi attraverso l'incremento del flusso turistico, perché ci sono tutti i presupposti affinché Caccamo, che ha tutte le caratteristiche per essere inserita nel Club de "I Borghi più Belli d'Italia", possa diventare uno dei poli di attrazione turistica più importanti della Sicilia.

Quali eventi organizzate nel corso dell'anno per attirare nella Vostra cittadina turisti e visitatori?
Ogni anno, la seconda domenica di ottobre, a Caccamo si organizza la sagra della salsiccia, che riscuote sempre grandissimo successo e la partecipazione di oltre 40000 turisti in ogni edizione. L'ultima domenica di giugno viene organizzata la sagra della pizza. Anche questo evento registra diverse migliaia di presenze.
Ogni anno organizziamo un evento storico-culturale in costume d'epoca con l'elezione della Castellana di Sicilia. Vi partecipano una ventina di Comuni con una propria delegazione, di cui fa parte una ragazza e, fra tutte le ragazze partecipanti, viene eletta la Castellana di Sicilia. La manifestazione si conclude con un lungo corteo di cui fanno parte circa 300 personaggi in abiti storici medievali. La manifestazione attraversa tutte le principali piazze e vie cittadine. Domenica 15 aprile c'è stata la rappresentazione in piazza della morte e passione di Cristo. Migliaia e migliaia di persone hanno assistito a questo evento religioso. Un altro evento caratteristico di Caccamo è "U Signuruzzu a Cavaddu", che si tiene ogni anno la Domenica delle Palme e rappresenta l'entrata di Gesù Cristo a Gerusalemme.

Siete impegnati anche con le scuole per sensibilizzare i più giovani alla conoscenza dell'immenso patrimonio storico-artistico del territorio che li ospita, senza tralasciare importanti temi di rilevanza sociale...
Sì! Abbiamo intrapreso iniziative per coinvolgere le scuole in avvenimenti di attualità; abbiamo proposto conferenze riguardanti il femminicidio e per l'occasione è stata installata una panchina di colore rosso per ricordare le vittime del femminicidio. Abbiamo organizzato visite del Castello e dei monumenti di Caccamo con i ragazzi delle scuole per far conoscere ai giovani le nostre opere d'arte.

Cosa si augura per il futuro di Caccamo?
Mi auguro uno sviluppo del turismo con risvolti positivi per l'economia caccamese e una maggiore consapevolezza nei cittadini dei grandi capolavori che i nostri antenati ci hanno lasciato in eredità.


La Redazione, nel ringraziare il Prof. Giovanni Panzeca, Presidente Pro Loco Caccamo, per il contributo culturale offertoci per una più esauriente ricostruzione storica di Caccamo, pubblica quanto pervenutoci nel prosieguo dello stesso articolo.

Gent.ma Francesca Bianchi, Le invio questa mia nota, a nome di tutta la Dirigenza della Pro Loco. Non vuole essere una risposta polemica nei confronti del suo articolo pubblicato sul profilo Facebook Turismo Caccamo. Ma si ritiene necessario e doveroso precisare e sottolineare alcuni essenziali argomenti.
Naturalmente Lei non conosce la storia della Pro Loco di Caccamo, nata nel lontano 1961, “vera ambasciatrice della cultura e della storia” di questa Città insieme ad altre realtà culturali locali no-profit.
La manifestazione “Castellana di Caccamo” è nata nel 1968 proprio in seno a questo sodalizio grazie a illustri caccamesi quali Giorgio Ponte, co-fondatore e presidente per tanti anni dell’Associazione e al quale è stata intitolata nel 1996. La Pro Loco possiede un prezioso archivio che racconta la storia di questo evento che, durante gli anni, ha subito delle trasformazioni e innovazioni. Ma la vera protagonista è stata sempre la nostra Castellana della quale abbiamo festeggiato e ricordato, nel 2018, il 50°. Si ricorda che il marchio Pro Loco-Castellana è stato depositato l’1 Marzo 2011 presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico, al fine di evitare indebite ingerenze e manipolazioni. Dal 2005 ad oggi la Pro Loco ha ripreso l’antica tradizione della elezione anche senza lo svolgersi del tradizionale corteo storico, causa mancanza adeguati finanziamenti. E la Castellana ha rappresentato la nostra storia e il nostro magnifico Castello in tante manifestazioni rievocative. Sempre in abiti d’epoca, fatti realizzare da abili sarte locali e non. La seconda edizione della “Castellana di Sicilia”, organizzata dal Comune e alla quale ha fatto riferimento il Sindaco, si è svolta, nel 2018, grazie alla preziosa e indispensabile collaborazione della Pro Loco che ha assunto notevoli responsabilità nel supremo interesse della manifestazione, avendo ricevuto formale incarico con Delibera di Giunta. E di questo ne siamo particolarmente orgogliosi. Sempre questa Associazione ha collaborato, in questi ultimi anni, con l’Ufficio Turismo del Comune per l’arredo e l’animazione delle sale del maniero. Fiore all’occhiello è sicuramente il pianoforte a coda posto nella Sala Amato e che ha animato, in tante occasioni, vari eventi. Molto di quanto esposto è stato concesso in comodato d’uso al Comune. Fra le manifestazioni che abbiamo realizzato, dal 2003 in poi, c’è stata la Giornata di Primavera FAI con la partecipazione degli allievi delle scuole locali, quali “Apprendisti Ciceroni”, e con la collaborazione dell’Assessorato Comunale al Turismo. Referente ufficiale di questa Giornata a Caccamo è sempre stata la Pro Loco. Il tutto senza alcun scopo di lucro perché le Pro Loco sono, per storia, statuto e legislazione vigente, associazioni no-profit, non in competizione con nessun altro sodalizio. In funzione, presso la sede sociale della Associazione lo I.A.T. ovvero l’Ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica, autorizzato dalla Regione Siciliana, con due Volontari annuali del Servizio Civile Universale, assunti grazie ai progetti dell’U.N.P.L.I. (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) alla quale siamo associati dal 2007.
Sono numerose le nostre pubblicazioni su Caccamo e sulla “Castellana”. Queste ultime da me realizzate. Ma non mi definisco “storico”. Questo attributo appartiene ad altri miei illustri concittadini, alcuni dei quali ancora viventi. Sono semplicemente un “cultore della storia caccamese”. Su tutto il resto, contenuto nel suo articolo, non intendo fare alcun commento. Naturalmente quando a Caccamo si parla di Storia, Castello e Promozione Turistica non si può e non si deve dimenticare la Pro Loco, “madre” di tutte le Associazioni culturali locali. Solo la Banda Musicale ha una maggiore longevità nella storia della Città.
Cordiali saluti, con la speranza di incontrarla

Prof. Giovanni Panzeca
Presidente Pro Loco Caccamo
p. la Dirigenza
F. Cecala-J. Zoida-N. Russo-R. Canzone
S. Porretta-G. Castagna-F.P. Civello
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