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Con la KERNOS alla scoperta di Castellammare del Golfo

martedì, 02 luglio 2019 18:17

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Da sinistra: Rosaria Vitale, Francesca Bianchi, Rosaria Asaro
Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
Domenica 16 giugno ho trascorso una bellissima giornata a Castellammare del Golfo (TP) con l'Associazione Kernos - Promozione Del Territorio. Guidata da Rosaria Vitale, Presidente dell'Associazione, e da alcuni soci, ho visitato il simbolo indiscusso di questa cittadina: il Castello Arabo Normanno, che oggi è un vero e proprio polo museale, al cui interno, tra le altre cose, si possono ammirare attrezzi per la pesca del tonno e strumenti per la navigazione e tanti reperti rinvenuti nelle acque castellammaresi.
Nella chiesa della Madonna del Rosario, detta “di l'agnuni” ('dell'angolo'), i soci Kernos Giuseppe D'Anna e Roberto Raineri mi hanno mostrato i risultati del restauro, ormai quasi ultimato, del trittico della Madonna del Rosario con Santa Caterina e san Domenico, risalente alla seconda metà del Cinquecento, cui stanno lavorando da sette mesi. Come dichiarato da Rosaria Vitale nell'intervista che ha rilasciato a noi di FtNews , il restauro di questo trittico è stato fortemente voluto dalla Kernos, che nei mesi scorsi ha promosso varie iniziative per raccogliere fondi da destinare a questo progetto.
Nel pomeriggio mi sono dedicata alla visita del Real Sito Borbonico di Scopello, sulla costa del Golfo di Castellammare. Il Borgo di Scopello si estende intorno ad un piccolo baglio seicentesco. Il Baglio, tipica costruzione rurale a pianta quadrata, con cortile interno, costituisce con la piazzetta e l’antico abbeveratoio per animali il centro di questo grazioso borgo affacciato su un mare da sogno. Alla fine del XVIII sec. Re Ferdinando di Borbone III di Sicilia elevò l'area di Scopello al rango di riserva reale per la caccia, istituendo la prima vera Riserva Naturale della Sicilia.
Nonostante negli anni le vecchie abitazioni rurali, le stalle e i ricoveri degli animali del baglio si siano trasformati in alberghi, b&b, ristoranti e bar, camminando tra i vicoli di Scopello si respira un'atmosfera rurale, magica; in questa oasi di straordinaria bellezza dove ho lasciato una parte del mio cuore, si ha l'impressione di essere sospesi nel tempo. Guidata da Sergio Omodei, memoria storica di Scopello, ho visitato il rigoglioso e accogliente Giardino del Re Ferdinando di Borbone, III re di Sicilia e IV di Napoli, contiguo alla piazza del borgo.
Da oltre cento anni il Giardino è di proprietà della famiglia Omodei e costituisce uno degli ultimi antichi giardini siciliani ancora intatti, con la sua macchia mediterranea e centinaia di alberi da frutto in parte centenari, più ulivi secolari. Oggi la famiglia Omodei vi coltiva in agricoltura biologica aranci, limoni, ulivi e ortaggi che il sig. Leonardo vende a ospiti e visitatori. L'alloggio, gestito dal sig. Sergio e da sua moglie Helga, comprende un ampio e silenzioso giardinetto con tavoli, tavolini, amache per rilassarsi e godersi al fresco la tipica macchia siciliana.
Ringrazio Rosaria Vitale, impeccabile padrona di casa, per l'accoglienza, l'ospitalità, l'entusiasmo con cui mi ha fatto conoscere la storia e le tante bellezze di Castellammare del Golfo e per questa bella intervista che mi ha rilasciato. Desidero ringraziare il sig. Sergio Omodei per l'accoglienza che mi ha riservato a Scopello nel "Giardino del Re Ferdinando", un tempio di fascino e mistero di cui la famiglia Omodei custodisce e tramanda la storia.
Un sincero ringraziamento a tutto il Direttivo della Kernos per la generosa accoglienza e allo storico Francesco Bianco per aver reso possibile questo incontro.
Ringrazio sentitamente Giuseppe Miceli, che domenica 15 giugno, in un giorno di chiusura al pubblico, con grande disponibilità e generosità ha aperto il Castello per consentirmi di visitarlo e di realizzare il mio reportage.
Vaso rituale che veniva utilizzato durante la processione dei Misteri Eleusini
Rosaria, lei è la Presidente dell'Associazione Kernos - Promozione Del Territorio e da molti anni, attraverso la "passeggiata turistica", accompagna i turisti nei luoghi più significativi di Castellammare del Golfo. Quando è nata e di cosa si occupa l'Associazione? L'Associazione Kernos è nata il 16 febbraio 2018 grazie a un'idea mia e di Rosaria Asaro. Da anni con Rosaria organizziamo la "passeggiata turistica", nel corso della quale accompagniamo i turisti al Castello, alla chiesetta del castello, alla Chiesa Madre, alle fosse granarie, alla Villa Comunale.
In un primo momento abbiamo pensato di coinvolgere i nostri mariti, poi alcuni nostri amici, che sono diventati soci fondatori. Come primo obiettivo ci siamo posti il restauro del trittico ligneo della Madonna del Rosario con Santa Caterina e san Domenico, risalente alla seconda metà del Cinquecento. Abbiamo proposto l'idea di questo restauro a Giuseppe D'Anna, nostro giovane socio, e a Roberto Raineri. Giuseppe ha accolto con gioia la nostra proposta, in quanto il suo interesse per il trittico risaliva agli anni universitari e ne avrebbe voluto fare oggetto della propria tesi di laurea. Il 12 novembre 2018 Giuseppe e Roberto hanno iniziato i lavori prima sulle due statue di Santa Caterina e di San Domenico, poi sulla Madonna, che era in cattivissimo stato di conservazione. Per raccogliere i fondi per il restauro abbiamo messo in scena due commedie in lingua siciliana con due compagnie diverse di dilettanti, vendendo i biglietti a 5 euro. Cinque sponsor hanno poi supportato questa nostra iniziativa: Hotel Sopra Le Mura, Decò - Gruppo Arena, La Franca Carburanti, Banca Don Rizzo - Credito Cooperativo della Sicilia Occidentale, Agesp S.p.a., Associazione Trinacria Cultura - Queens (New York). Tutte le nostre passeggiate con contributo libero da parte dei partecipanti finanziano le nostre attività e in questo caso hanno finanziato questa meravigliosa attività di restauro. Il prossimo 8 agosto ci sarà l'inaugurazione alla presenza delle autorità civili e religiose e degli sponsor. Ci sarà, inoltre, una delegazione del Club americano, con il presidente Stefano Turriciano.

Perché avete scelto di chiamare Kernos l'associazione?
Abbiamo pensato a vari nomi, ma nessuno ci convinceva particolarmente. Allora abbiamo pensato al kernos, un vaso rituale che veniva utilizzato durante la processione dei Misteri Eleusini. Formato da un vaso centrale grande, a cui sono collegati contenitori più piccoli tutti comunicanti tra di loro e destinati allo svolgimento delle offerte, durante le processioni probabilmente veniva posto sulla testa degli adepti e veniva riempito con il ciceone. Abbiamo, così, voluto che il kernos fosse il simbolo della nostra associazione: il centro, rappresentato dal vaso più grande, equivale all’obiettivo che sin dall'inizio ci siamo prefissati, il focus, ossia la promozione del nostro territorio a 360°, mentre i vasi più piccoli possono essere identificati o con i singoli soci che con le loro capacità offrono il loro contributo all'interno dell'associazione o con i progetti dei soci, ma anche degli esterni, tutti volti al raggiungimento del focus centrale.

Oggi quanti soci fanno parte dell'Associazione?
In questo momento siamo 23 soci; siamo una grande e bella famiglia, composta da diversificate qualità e competenze. Il Consiglio Direttivo è formato da Francesco Bianco, Cristoforo Ancona, Giuseppe D’Anna e da me. Le funzioni amministrative, inoltre, sono svolte da Nicola Tamburello, segretario, e da Rosaria Asaro, tesoriera.
E' possibile ripercorrere le fasi fondamentali della storia del Castello Arabo Normanno, monumento simbolo di Castellammare del Golfo?
Probabilmente in epoca bizantina venne eretta una fortificazione per proteggere il territorio e la stessa popolazione dalle incursioni saracene. Nel IX secolo gli Arabi eressero una prima torre, ampliata in seguito dai Normanni. Quando gli Svevi arrivarono in Sicilia, cinsero di mura la fortezza. Nel 1314 il castello passò a Roberto d’Angiò, poi, due anni dopo, agli Aragonesi, i quali durante una battaglia navale distrussero la torre del ballium, che sarà ricostruita soltanto in seguito. Per molto tempo, infatti, il castello rimarrà diroccato. Dopo la sua ricostruzione, famiglie nobili aragonesi divennero proprietarie del maniero, che gradualmente iniziò ad essere abitativo. L’antico ponte levatoio che collegava il borgo marinaro alla terra fu sostituito da un ponte in muratura che ancora oggi si può ammirare. In realtà, quello che noi chiamiamo castello è più una fortezza costruita a protezione della costa, della Marina Grande e della Marina Piccola. All'interno delle mura c'era una stanza, denominata "zagato", oggi sinonimo di monopolio, al cui interno venivano ammassati tutti i prodotti realizzati all'interno del Castello, dal pescato ai prodotti della terra. Era un castello autosufficiente.
Oggi all'interno del castello è possibile visitare il Polo Museale “La memoria del Mediterraneo”, che custodisce e valorizza il patrimonio storico, artistico ed etno-antropologico di Castellammare. Il Polo è suddiviso in quattro sezioni: il Museo dell’acqua e dei mulini, il Museo delle attività produttive (Fondazione “Annalisa Buccellato”), il Museo archeologico e il Museo delle attività Marinare.

Nel mese di maggio, nell'ambito del gemellaggio "visita dei Castelli", avete ricevuto la visita di una delegazione proveniente da Carini che, la settimana successiva, avete omaggiato e ringraziato recandovi a Carini, dove avete potuto visitare la città e il famoso Castello della Baronessa. Come mai avete voluto un gemellaggio con Carini?
La nostra Castellammare è fortemente legata a Carini: il barone Giacomo Alliata, fondatore, a seguito della "licentia populandi", di Castellammare fuori le mura del Castello nel 1516, sposò Antonella La Grua Talamanca, figlia del barone di Carini. Visto questo legame tra il barone di Carini e il nostro Barone, abbiamo voluto stipulare questo gemellaggio. Ora vorremmo sottoscrivere una sorta di gemellaggio con Balestrate per conoscere meglio la storia di questo paese così vicino alla nostra Castellammare.

Attualmente siete impegnati nella realizzazione di un progetto dedicato ai vostri concittadini emigrati in America, tutti legati in maniera commovente alla loro città natale lasciata negli anni felici e lontani della gioventù, quando partirono per cercare fortuna oltreoceano. Può svelarci qualche dettaglio di questa bella iniziativa?
Prima che si perdano memoria e contatti, vorremmo coinvolgere i nostri concittadini emigrati negli USA, dando loro la possibilità di raccontare la loro personale esperienza negli anni dell'emigrazione. Tutto verterà sulle impressioni, sul dolore del distacco, sugli affetti, su ciò che li provava di più nel lungo viaggio lontano dalla loro terra. Spesso a questi racconti venivano aggiunte fotografie, poesie, qualsiasi espressione del sentimento dell'emigrante. Questa letteratura rischierebbe di estinguersi senza lasciare alcuna traccia. Per evitare che ciò accada, noi di Kernos pensavamo di fare una raccolta di questa documentazione sottoforma di “Storie minime” e pubblicarla. Per la realizzazione di questo progetto abbiamo avuto il patrocinio del Comune. Dovremmo raccogliere tutto nel prossimo inverno e presentare il lavoro nell'estate 2020.

Cosa si augura per il futuro di Castellammare?
Mi auguro che possa cambiare l'idea che abbiamo del turismo: turismo non è solamente fare eventi per divertirsi, ma è anche offrire servizi, accogliere il turista, cullarlo. Mi auguro, inoltre, che si recuperi la memoria del passato; in tal senso la nostra associazione, attiva per promuovere la storia e la cultura del territorio, farà di tutto per far conoscere la storia agli stessi Castellammaresi, perché siamo proprio noi ad aver perso la memoria del nostro passato, della nostra storia, della nostra identità.
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