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I SUPEREROI

sabato, 07 marzo 2015 16:45

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Cristina Roselli

“...I need a hero, I'm holding out for a hero 'til the end of the night...” cantava Bonnie Tyler in una celebre canzone richiamando immediatamente alla mente volti noti del fumetto come Superman, Spider Man, Iron Man e un'altra pletora di gente incappucciata e mascherata con poteri più o meno super.
Fin dalla loro esegesi negli anni Trenta, durante i quali grazie alla collaborazione di Jerry Siegel e Joe Shuster nacque Superman, questi individui dalle capacità eccezionali hanno affascinato grandi e piccini con le loro avventure, sopratutto grazie al dualismo della propria identità e le problematiche che questo comporta nel bilanciare vita di tutti i giorni con la vocazione della lotta ai “cattivi”.
Il tema del doppio è costante nel tempo e, se la DC Comics inizialmente lo utilizzò come espediente narrativo (Clark Kent che riesce sempre a svestire i panni da reporter nella famosa cabina e trasformarsi in Superman senza che nessuno se ne accorga), la Marvel, sopratutto grazie all'opera del grandissimo Stan Lee, propose a partire dagli anni Settanta dei supereroi in lotta costante non solo con i nemici ma anche con sé stessi e con la propria identità potenziata; eccezione è Tony Stark, eccentrico miliardario, il quale non si fa troppi problemi nel dichiarare a chicchessia che il proprio alter-ego è il meccanizzato Iron Man.
Questa nuova concezione del supereroe divenne la pietra miliare per una nuova antologia dei personaggi i quali iniziarono ad affrontare preoccupazioni tipicamente umane, veicolando così una maggiore identificazione da parte del lettore in particolare dei più giovani, proponendo una sorta di hybris bonaria sempre proiettata verso un divenire perfezionabile ed ambizioso ma alla portata quasi di tutti, basta individuare il ragno radioattivo più vicino...
Tra gli (anti-)eroi più complessati spicca Batman, al secolo Bruce Wayne, il quale a seguito dell'uccisione dei propri genitori, decide di dedicare la propria vita alla lotta contro il crimine ed individuare chi lo ha reso orfano ( in seguito identificato con Joe Chill, piccolo delinquente in alcune versioni, sicario in altre).
Batman non ha superpoteri, tutto quello che riesce a realizzare deriva dal proprio ingegno, un duro allenamento e dai vari strumenti tecnologici che con il tempo si moltiplicano e perfezionano.
Bruce Wayne è il tipico esempio di questo nuovo genere (sebbene la sua nascita risalga al 1939 ad opera di Bill Finger e Bob Kane) in quanto rappresenta un uomo problematico, scontroso e malinconico che riesce comunque ad affrontare le sue paure dedicando la propria vita a nobili traguardi divenendo nel contempo l'incubo atavico dei criminali della città.
Il genere dei supereroi ha nel tempo assunto una vita propria generando anche varie parodie di sé stesso, si pensi ad esempio al nostrano Rat-Man (1989) di Leo Ortolani che affronta tutti i tropi tipici dell'eroe mascherato, stravolgendoli e rendendoli incredibilmente buffi o all'imbranato Kick-Ass di Mark Millar il quale, pur non avendo poteri particolari, decide di indossare un attillato costume e galosce gialle per divenire il paladino dei più deboli, rischiando spesso le penne ed anche qualche piuma a dimostrazione che, sebbene ad oggi ancora non sia possibile trasformarsi in campioni d'invincibilità, realizzare i propri sogni è alla portata di tutti, muniti o meno di calzamaglia colorata.
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