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Il ritorno dell’Avanti!

sabato, 02 maggio 2020 08:05

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Rosario Pesce
È tornato in edicola L’Avanti, storica testata, che ha subito diverse vicissitudini all’indomani della scomparsa del Partito Socialista.
La notizia non può che rallegrarci, visto che, anche per merito del suo direttore, Claudio Martelli, certamente il nuovo giornale – che, al momento, è nelle edicole con frequenza quindicinale – non potrà che contribuire in modo decisivo al dibattito politico e culturale odierno.
Peraltro, mai come in questo momento, urge la presenza di una voce socialista e liberale nell’incontro di idee e di valori, che dovranno essere messi in campo nelle prossime settimane.
La situazione istituzionale è delicata: non siamo ancora usciti dall’emergenza sanitaria e siamo appena entrati in quella di natura economica, che invero ci accompagnerà per molti mesi e, forse, anni.
In questo periodo, a causa dell’emergenza Covid, naturalmente il dibattito parlamentare è stato molto compresso, per cui è giusto ed auspicabile che il Parlamento torni al centro dell’iniziativa politica, perché un Paese complesso, come il nostro, non può essere governato solo con dpcm, che segnano una fase eccezionale della democrazia parlamentare.
È pure opportuno tornare alla normalità e tale condizione deve, necessariamente, essere contrassegnata dal ritorno dei partiti e delle idee, che devono tener conto del contributo dei tecnici in determinati ambiti, ma non possono limitarsi meramente a questo.
In tal caso, appare importante il contributo di una forza culturale che ha esperienza di Governo e che rappresenta dei valori, come quelli del riformismo socialista, che hanno contribuito non poco ad ammodernare il mondo.
È ovvio che la pubblicazione del nuovo Avanti non può, né deve essere un ritorno tout court al Partito Socialista, di cui lo stesso Martelli è stato, a lungo, il Vice-Segretario nazionale, perché il contesto storico è mutato profondamente e perché qualsiasi operazione nostalgica sarebbe destinata al fallimento.
Ma, certamente quella cultura riformista, che fu bruscamente fermata a seguito degli eventi di Tangentopoli, può e deve tornare ad esprimere un contributo prezioso a pieno titolo nel campo delle culture progressiste, in sinergia con il cattolicesimo democratico e con il liberalismo più avanzato, anche perché la storia ha dimostrato che, senza quella cultura, qualsiasi altro progetto di identità partitica di Centro-Sinistra è destinato a fallire perché, per esistere, deve creare forme di leaderismo che si misurano con le logiche di un consenso fluttuante e cangiante.
Buona fortuna, Claudio Martelli!
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