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Coronavirus : la risposta della Protezione Civile di Cetara (SA)

mercoledì, 06 maggio 2020 22:27

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Mafalda Bruno
Hanno appena finito un altro turno di distribuzione mascherine ai cittadini. Li incontro nella loro sede della Protezione Civile; li vedo stanchi, provati anche dai primi caldi, dagli orari senza soste di questo periodo, ma sono tutti lì, compatti, uniti e con addosso persino un po’ di buon umore che aiuta anche quando il lavoro procede in salita.
Alla loro guida un “gigante buono”, Francesco Crescenzo, buono sì ma anche inflessibile nel far rispettare regole e procedure. In qualità di coordinatore e responsabile del Nucleo, parlando della Fase 1 del Covid-19, Francesco sottolinea come, dopo aver notato che a Cetara, come in altri luoghi, l’allarme veniva preso un po’ sottogamba, sia stato di vitale importanza sensibilizzare la cittadinanza ad una maggiore cautela e prudenza nella socialità e nelle uscite dalle proprie abitazioni.
Hanno stampato e distribuito le varie certificazioni man mano vigenti, dando spiegazioni a chi ne aveva bisogno. Hanno girato con una caparbietà solerte per il paese, con l’altoparlante, per ricordare le regole di questo periodo nefasto. La voce imperiosa di Francesco faceva da eco e contrappeso al silenzio assoluto che regnava a Cetara, metteva un po’ di brividi. Ma andava fatto ed è stato fatto bene.
Vincenza Benincasa, unica donna facente parte del nucleo, ricorda con commozione la consegna dei pacchi dono alle famiglie meno abbienti del paese. Con voce emozionata racconta il suo profondo imbarazzo nel recarsi da persone che ben conosce, a donare beni di prima necessità. Ma la reazione di una di queste persone le ha fatto annullare tutte le sue comprensibili remore: nel ricevere il dono una signora è scoppiata in lacrime ringraziando Vincenza con animo grato e riconoscente.
Prima del virus, qui a Cetara eravamo considerati solo operatori ecologici, continua Vincenza, ma ora che ci hanno visto all’opera in una emergenza senza precedenti, dare il massimo di noi stessi per le persone, il nostro ruolo è stato rivalutato e apprezzato, cosa che ci riempie di gioia e soddisfazione e ci fa lavorare con ancora più impegno se possibile.
Alle parole di Vincenza ha rincarato la dose Raffaele Crescenzo che ha aggiunto un altro tassello alla realtà dei fatti. E’ vero, ha detto, che questo è il nostro lavoro e veniamo pagati per questo, ma non è solo il dovere a muoverci per i nostri cittadini ma un vero e proprio senso di appartenenza e di famiglia che ci porta a proteggerli dalle cose sgradevoli che la vita può riservare. Non è solo lavoro il nostro, noi ci mettiamo anche il cuore.
Ora, come in tutto il resto d’Italia anche qui è partita la fase 2. Il gigante buono non concede sconti. L’emergenza non è finita. Non bisogna abbassare la guardia, un errore di leggerezza adesso renderebbe vano tutti il lavoro fatto in questi due mesi. Capisco la voglia di libertà ritrovata, aggiunge Francesco, il nostro paese offre una meraviglia di paesaggio e clima, ma allentare le briglie ora sarebbe una gravissima mancanza di responsabilità. State a casa o, se uscite, rispettate le regole che debbono valere sempre e comunque, anche in questa fase 2.
A parte i protagonisti di cui sopra, l’intera brigata del cuore della protezione civile è composta da: Vitale Antonio, De Crescenzo Francesco e De Crescenzo Pierpaolo, Iennaco Alfonso, Palazzo Giuseppe, De Santis Pietro, Crescenzo Giuseppe, Benincasa Umberto, D’Emma Gaetano, D’Arienzo Domenico, D’Uva Domenico, Bosco Vincenzo, Sabbarese Michele, Pappalardo Antonio, Pappalardo Michele, Fiorillo Antono e Stefanini Luca.
Grazie ragazzi.
Non possiamo sapere se il Covid-19 tornerà o no ad offuscare la nostra vita, ma qui a Cetara una cosa è certa: la battaglia continua, senza se e senza ma.
L’impegno della Protezione Civile locale non viene meno, non conosce soste, pronti in ogni momento a correre in aiuto di chi ne avesse bisogno, senza lesinare fatica ed impegno.
Insomma: il virus non ha intenzione di demordere?
Bè, neanche loro.
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