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YOSHIHIRO TATSUMI

sabato, 14 marzo 2015 15:00

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Yoshihiro Tatsumi
Cristina Roselli

Quando si parla di fumetti nipponici, la mente corre immancabilmente a quello che viene oramai considerato una divinità del genere, Osamu Tezuka.
Proprio questo grande personaggio dell'arte sequenziale giapponese fu colui che spinse Yoshihiro Tatsumi (1935-2015) a pubblicare le proprie opere, consegnando quindi un altro grande artista alla celebrità e all'amore degli appassionati delle sue opere.
Grande entusiasta del disegno, Tatsumi fin dall'inizio non si riconosce nella patinatura umoristica tipica del manga anni Cinquanta in quanto profondamente convinto che questo tipo di arte non dovesse essere ad appannaggio solo ed esclusivo di un pubblico infantile in quanto avrebbe dovuto affrontare tematiche realistiche e profonde, né essere relegata alla forma di “striscia” di chiara derivazione americana.
Nel 1957 pubblica quindi la sua prima opera, Tempesta Nera (Kuroi Fubuki), fissandola sotto l'egida del termine Gekiga; da quel momento fu come se un rintocco di campane avesse svegliato il mondo dei manga, assopito sotto il luccichio delle storie infantili dai contorni estremamente umoristici.
Questo nuovo filone di manga si proponeva di approfondire minuziosamente la psicologia dei personaggi, di innestarli in narrazioni di elevata drammaticità e di rifuggere tutto ciò che aveva una parvenza di svampito o leggero, scegliendo l'adozione di un taglio teatrale e realistico.
Una vita ai margini
Sebbene inizialmente questo genere incontrò una notevole resistenza da parte del pubblico, molto presto venne invece apprezzato per le sue inerenti caratteristiche di ricchezza concettuale, permettendo alle opere di Tatsumi di ottenere il meritato riconoscimento anche grazie alla sua collaborazione con testate specializzate quali Kage e Machi.
Le opere di Tatsumi, in particolare i racconti, sono estremamente empiriche, quasi al limite della spietatezza nel loro indagare gli aspetti più oscuri e nascosti dell'animo umano e come questo possa essere influenzato dalle circostannze, storie rese maggiormente claustrofobiche dagli ambienti pieni e soffocanti nonché dalla caratteristica scarsità di dialoghi, preferendo l'autore cedere la parola all'aspetto visivo e a quanto questo possa incidere emotivamente sul lettore.
Vincitore di numerosi premi, tra cui il Premio Culturale Osamu Tezuka (2009) ed un Eisner Award (2010), sulla vita di questo grande artista è basato anche il film d'animazione Tatsumi.
L'ultima opera Una Vita ai Margini, pubblicata di recente, si presenta come un'intensa autobiografia che imprime su carta ed inchiostro i momenti salienti della complessa vita (anche interiore) di questo autore lasciando ai futuri disegnatori e sceneggiatori di manga e fumetti in tutto il mondo, il complesso compito di mantenere viva un'eredità non solo culturale ma anche intimamente umana.
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