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DIABOLIK

sabato, 21 marzo 2015 14:34

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Cristina Roselli
Esplorando l'ambito dei fumetti italiani il numero di quelli che oramai hanno ottenuto il titolo di cult è decisamente esiguo eppure, senza alcun dubbio, Diabolik rientrerebbe in tale ipotetica lista.
Nato dalla fervente immaginazione delle sorelle Angela e Luciana Giussani (Angela in particolare ha fondato anche la Casa Editrice Astorina che per prima pubblicò le avventure del ladro) all'inizio degli anni Sessanta, Diabolik ha spezzato le briglie di ogni canone fumettistico seguito fino a quel momento, in particolare le due sorelle riuscirono, con grande intuito quasi visionario, a comprendere quello che molti editori del periodo ancora non erano stati in grado di afferrare ovvero che il fumetto non è un mero strumento d'intrattenimento puerile ma una vera e propria forma d'arte che può esser apprezzata anche dal pubblico adulto.
Al momento della pubblicazione del primo leggendario albo Il Re del Terrore nel 1962 difatti, l'editoria del fumetto italiana era ancora strettamente vincolata a storie allegre, scanzonate o avventurose, mirate senza dubbio ad un target adolescenziale trascurando del tutto il mondo adulto il quale, invece accolse immediatamente il nuovo anti-eroe mascherato con grande coinvolgimento permettendo così la nascita del cosidetto fumetto nero, genere fino a quel momento quasi sconosciuto e in alcuni casi visto come pericoloso, basti pensare che la serie di comic statunitense Crime Does Not Pay (1942-1955) fu censurata e poi sospesa in quanto considerata troppo cruenta.
Diabolik riuscì in brevissimo tempo a catturare l'attenzione e l'affetto di un gran numero di lettori, portando su carta ed inchiostro furti e colpi fuori dal comune, utilizzando tecnologie impesabili e piani di fuga ai limiti di ogni legge fisica conosciuta.
Angela e Luciana Giussani
Quello che maggiormente rende Diabolik un fumetto unico nel suo genere è la interessante caratterizzazione dei personaggi, evoluta anch'essa con il passare dei decenni.
Diabolik (del quale ad oggi non è stato rivelato il nome) nel corso dei primi numeri, oltre ad essere un maestro del furto e della rapina, era un assassiono senza coscienza e senza scrupolo alcuno in quanto uccideva indiscriminatamente chiunque intralciava i suoi piani.
L'incontro con l'adorata Eva Kant (e il trascorrere del tempo di pubblicazione), hanno reso più malleabile la coriacea corazza del protagonista il quale si è lentamente trasformato in un moderno Robin-Hood, preferendo derubare solo altri criminali e sviluppando uno strettissimo codice morale, rendendolo molto simile caratterialmente al granitico Bruce Wayne.
Insieme al protagonista, mutano anche i personaggi di contorno, divenendo sempre più importanti per il corretto svolgimento delle trame, in particolare la bellissima Eva Kant la quale diverrà l'eterno amore di Diabolik e sua complice in ogni rocambolesco furto, evolvendo nel frattempo da una svampitella annoiata a compagna indipensabile del grande ladro, entrando velocemente anche nelle grazie dei lettori.
Antitesi del protagonista è sicuramente l'ispettore Ginko il quale, con la sua celeberrima Citroen DS, rappresenta il lato più umano sia del fumetto nella sua globalità sia di Diabolik stesso in quanto, come in ogni tradizione letteraria che si rispetti, non vi può essere il male senza il bilanciamento del bene, in un'eterna rincorsa circolare senza vinti né vincitori .
Ringraziando le sorelle Giussani per averci regalato questo personaggio oramai leggendario, possiamo solo sperare che Diabolik non si stanchi mai di sottrarre gioielli e preziosi al cattivone di turno perchè noi lettori, di certo, non ci stancheremo mai delle sue avventure.
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