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Giornata di riflessione sulle conquiste sociali, economiche e politiche delle donne

mercoledì, 08 marzo 2023 05:23

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Luisella Rossi
Tutto parte dal giorno 8 marzo. Questa giornata è dedicata al ricordo e alla riflessione sulle conquiste politiche, sociali, economiche del genere femminile.
La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo sostenibile e prospero; garantire alle donne e alle ragazze parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso, così come la rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici, promuoverà economie sostenibili, di cui la società potrà beneficiare.
Analizzando, ad esempio, il settore della sanità, le donne rappresentano il 63%, ma poche ricoprono incarichi dirigenziali. Da tempo si discute sui possibili cambiamenti che il genere femminile, ormai negli ultimi anni numericamente prevalente, possa o debba portare alla medicina, o meglio al nostro sistema sanitario. La donna può contribuire in maniera significativa sul piano delle capacità di organizzazione e di gestione, con risvolti utili in termini di efficienza ed efficacia dei processi; tale capacità organizzativa, collegata ad una storica abitudine del genere femminile ad occuparsi parallelamente di più funzioni, si esprime soprattutto dal punto di vista della visione d’insieme, della creazione di reti di rapporti, della rapidità di reazione e della gestione dell’imprevisto.
Dal punto di vista della salute delle donne, la medicina di genere è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona.
Un approccio di genere nella pratica clinica consente di promuovere la visione globale del concetto di salute, l’erogazione di cure appropriate presuppongono la centralità del paziente e la personalizzazione delle terapie.
Il diritto all’istruzione è uno dei diritti fondamentali e inalienabili della persona, donne comprese, eppure sono proprio queste ultime a vedersi negato tale diritto nel momento in cui sale al potere un regime.
Come mai?
Sarà che le donne istruite fanno paura?
L’istruzione femminile fa paura, soprattutto a chi non ama sentire un’opinione diversa dalla propria e quindi, si pensa subito a come limitare l’accesso all’istruzione delle donne.
L’istruzione dei ragazzi rafforza le economie, riduce le disuguaglianze e contribuisce a creare società più stabili ed efficienti. È qualcosa che va oltre il semplice accesso alla scuola, riguarda anche la sicurezza e la tutela della loro incolumità fisica e il sostegno nel loro percorso di studi e nelle carriere che scelgono di seguire, comprese quelle che sono troppo spesso sotto rappresentate, perché abbiano tutte gli stessi diritti e le stesse possibilità degli uomini.
Altro tema importante è quello della sicurezza. La violenza sulle donne rappresenta un’estesa e grave violazione dei diritti umani, universalmente presente in ogni paese o area del globo, sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo.
Al fenomeno possono essere ascritte le varie forme di violenze domestiche e di violenza sessuale: i matrimoni coatti riparatori e matrimoni contratti prima dell’età adulta, le mutilazioni genitali.
Decenni di immobilizzazione e sensibilizzazione della società e dell’istituzioni, anche grazie all’azione dei movimenti femminili, hanno contribuito a far diventare il tema della violenza di genere uno dei punti prioritari in diverse Istituzioni nazionali ed internazionali.
E’ importante notare che un crescente numero di paesi ha adottato, nel corso degli anni, leggi e provvedimenti ad hoc al fine di combattere la violenza domestica, lo stupro e le varie altre forme di violenza sulle donne, oltre a farsi promotori e portatori di una serie di iniziative e di dispositivi di diritto internazionale.
Tuttavia, nonostante la presenza di numerosi strumenti giuridici a livello globale, nazionale e regionale, la vera sfida resta quella di garantire l’implementazione di tale corpus normativo, ad oggi ancora minacciata da un persistente limitato accesso delle donne ai meccanismi della giustizia, che pregiudica in molti casi l’effettivo perseguimento del reato.
Purtroppo va aggiunto che, ancora, c'è una scarsa attenzione alle necessarie azioni di prevenzione della violenza stessa e alle profonde cause che la determinano.
E' stato fatto tanto per la parità di genere, ma necessita di un ulteriore impegno istituzionale e singolo.
Il concetto di parità va impartito nei luoghi dell’educazione fin dalla prima infanzia, trasmettendo l’arricchimento che deriva dalle diversità di ognuno, da rispettare e valorizzare.
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