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Simone Lari: dal fantasy al paranormal

lunedì, 20 aprile 2015 22:17

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Lisa Di Giovanni
Uno scrittore originale e pieno di fantasia, se motivato, estremamente produttivo. Simone Lari è nato e vive a Grosseto nella Maremma Toscana, ha 36 anni, è laureato in Scienze Politiche e lavora presso la Biblioteca Comunale di Gavorrano.
Appassionato fin da piccolo di cinema e letteratura fantasy è una persona molto riservata e si apre solamente quando approda nel suo universo parallelo fatto di racconti fantasy, con narrativa di diverso genere che abbraccia anche il thriller/paranormal.
Ha auto pubblicato tutti i suoi libri: La nemesi dei mondi, I custodi della lacrima, Black Cases, Nameless, Kage Queen.
ftNews vi presenta Simone Lari attraverso questa esclusiva intervista.
Buona lettura!

In soli tre anni ha scritto cinque saghe per un totale di tredici libri, dove ha trovato tanta energia e ispirazione?
Quando si svolge un'attività che si ama, la fatica non si fa sentire e il tempo dedicato alla propria passione non sembra mai abbastanza. Inoltre il fatto di essere stato disoccupato per gran parte di questi tre anni, mi ha concesso il tempo libero necessario a portare avanti le mie saghe.
L'ispirazione, fortunatamente, non è mai stata un problema. Avrei molte idee da sviluppare, ma adesso che ho un lavoro e diversi impegni familiari, dovrò selezionare i progetti migliori e accantonare gli altri.

E’ vero che le idee migliori per le sue creature sono arrivate nella notte? Confermo che spesso le idee migliori e più creative mi vengono nei momenti e nei luoghi più improbabili, spesso durante la notte, cosa che mi costringe a tenere sempre pronti carta e penna sul comodino, per segnarmi poche righe confuse che al mattino faticherò a decifrare. Altre volte un ricordo, un gesto, una frase, mi creano una sorta di reazione creativa che mi porta a pensare alle cose più particolari e talvolta fuori contesto. Di solito sono intuizioni su cui dopo c'è molto da lavorare, e non sempre risultano valide o fattibili.

I suoi libri sono stati tradotti in quattro lingue. Quale paese estero le ha portato più fortuna? E soprattutto quali sono le differenze tra il pubblico italiano e non?
Molti dei miei romanzi sono stati tradotti in francese, tedesco, spagnolo e inglese. Ho tentato di socializzare tramite facebook con il pubblico straniero, con discreti risultati, ma questa attività mi portava via molto tempo e parecchie energie, così ho dovuto interromperla. Non posso valutare eventuali differenze e gusti, dico solo che la propensione a recensire è piuttosto scarsa ovunque, e che tutti, tranne i francesi, adorano le promozioni gratuite.
I riscontri migliori in termini di vendite li ho avuti proprio in Francia, mentre le traduzioni in inglese, cosa confermata da diversi colleghi self, sono veramente inutili. Gli spagnoli sono piuttosto socievoli nei social, anche i tedeschi devo dire.

Scrive perché cerca popolarità o per necessità? Cosa la spinge realmente?
Nessuna delle due cose. Ho iniziato a scrivere per dedicare il mio primo libro a un caro amico prematuramente scomparso, poi il romanzo è diventato una trilogia da oltre 1.500 pagine e da quel momento scrivere è diventato per me una passione irrinunciabile.
Certo, è gratificante incontrare i lettori alle fiere, oppure intrattenersi con loro su facebook, e non ti nascondo che mi piacerebbe se la mia passione si trasformasse in lavoro, ma questo credo che accomuni la maggior parte degli scrittori o aspiranti tali.
I gatti sono presenti in ogni suo romanzo, come mai? Cosa rappresentano per lei nella vita e nella fantasia?
Io adoro i gatti, da che ho memoria, c'è ne è sempre stato almeno uno accanto a me, nella mia famiglia. Trovo che siano animali enigmatici e speciali, chi non ha avuto modo di viverci assieme non può capirlo e spesso li sottovaluta, indicandoli come creature pigre e opportuniste, ma sono sciocchi e riduttivi preconcetti.
Tranne in un paio di occasioni, ho sempre inserito almeno una gatta nei miei libri, sia nella loro veste tradizionale, ma anche attribuendo loro ruoli da protagonisti e poteri insoliti.

Come definirebbe il suo genere? Quale saga ama di più tra quelle scritte?
Non posso usare un aggettivo unico perché le saghe che ho scritto e sto portando avanti sono molto diverse tra loro. Abbiamo epic fantasy classico, urban fantasy umoristico, paranormal noir (che alcuni definirebbero mistery fantasy), paranormal romance (il romance è appena accennato però) e fantascienza investigativa.
Ogni volta che mi metto a scrivere un nuovo episodio o ad aggiornare una vecchia edizione, la adoro come quando ne scrissi le prime righe, quindi non posso dire di armarne una più delle altre, proprio come non potrei mai dire di preferire un figlio ad un altro.

Ammira o si ispira ad autori in particolare passati o contemporanei?
Premetto che da quando ho cominciato ad auto pubblicarmi, leggo solamente scrittrici e scrittori self. Non mi ispiro a nessuno in particolare, perché credo che ognuno debba crearsi un proprio stile, ma penso di aver imparato diverse cose da alcune valide colleghe. Apprezzo molto e ho tratto notevoli insegnamenti dai libri di Mara Fontana, sia per come approfondisce psicologicamente i personaggi e sia per l'impostazione dei dialoghi, in cui la voce di ogni protagonista è distinguibile e particolare.
I romanzi di Lorena Laurenti mi hanno insegnato che una accurata ricerca va effettuata anche quando si scrive un fantasy, e a mantenere l'equilibrio tra azione e parti romantiche anche nei paranormal. Leggendo invece Gianluca Ranieri Bandini, ho ripreso ad apprezzare il genere della fantascienza; i suoi romanzi hanno un ritmo incalzante che apprezzo particolarmente e sono molto precisi nelle parti tecniche. In fine, ma non per ultima, menzionerei Vera Q. che non ha mai paura di scrivere nei suoi racconti le verità più crude, talvolta palesi, altre abilmente mascherate, ed è capace come poche altre di creare finali davvero scioccanti e difficili da prevedere.

Ha progetti per il futuro? Cosa si aspetta come uomo e come scrittore?
Preferisco parlare dei miei progetti come scrittore, visto che a livello personale sono un tipo piuttosto riservato. Come autore, invece, ho lo spoiler facile e adoro parlare dei miei progetti.
Al momento sto scrivendo il terzo e conclusivo volume de I Custodi della Lacrima – Destino.
Dopo aver concluso la saga, mi dedicherò ai romanzi brevi di fantascienza della serie Black Cases. Poi, forse, scriverò un romanzo che conterrà sia il prequel che il sequel della saga di Kage Queen, dal titolo Generazioni.
Per chiudere questa serie di progetti, avrei in mente anche un romanzo che faccia da crossover tra due o più serie.
E' un progetto particolare su cui dovrò ancora studiare un po', nel caso ne riparleremo verso l'estate del 2016.

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