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martedì, 28 aprile 2015 14:36 |
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Mikimoz Capuano
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E’ iniziato con una panoramica della Grande Bellezza, Roma, città che fa da sfondo alle vicende e che viene omaggiata a partire dalla splendida e inusuale sigla d’apertura. Squadra Mobile è il seguito di Distretto di Polizia, ma sposta le storie dalla periferia al centro storico. Non più un commissariato di zona, ma la Questura. Non più gli agenti che si conoscevano già, ma un nuovo team di esperti. E una garanzia: il ritorno di Roberto Ardenzi (sempre interpretato da Giorgio Tirabassi), che ritroviamo nella Capitale dove dirige una sezione della Mobile.
L’eredità lasciata da undici stagioni di Distretto può essere un’arma a doppio taglio, ma Squadra Mobile pian piano riesce a smarcarsi dai fantasmi del passato e trova una identità tutta sua, forte e vitale.
Un serial che riprende l’approccio alle storie tipico della serie madre (con una certa attenzione alla cronaca attuale e al privato dei protagonisti) ma che lo restituisce in linea coi tempi che corrono. Un po’ più disilluso, un po’ più “dark”, ma sempre rassicurante. I poliziotti protagonisti sono ancora tutti “buoni per contratto”, ma stavolta si è osato qualcosa di più e il nemico è interno: c’è una mela marcia, un agente corrotto che fa il doppio gioco. E’ Claudio Sabatini (col volto di Daniele Liotti), costretto a barcamenarsi tra la facciata di rispettabile poliziotto e quella di traffichino cocainomane. Una continua tensione, una sfida a distanza tra Ardenzi e Sabatini che certamente porterà a sviluppi imprevedibili.
Sembra essere tornati indietro nel tempo, con Squadra Mobile. La sensazione è positiva, ma non si tratta di un banale déjà vu: è passato qualche anno dalla fine di Distretto, e tra questo e Squadra Mobile sono intercorsi i vari Squadra Antimafia e Ris Roma, con nuovi format e linguaggi. La tv cambia spesso, e lo fa velocemente.
Ma con Squadra Mobile si torna quasi all’origine; se Distretto di Polizia
segnò un nuovo punto di partenza imprescindibile per la serialità italiana (poliziesca e non), Squadra Mobile ne rappresenta l’ evoluzione che guarda ai capisaldi del passato per continuare un percorso di innovazione del racconto.
Un Distretto 2.0, una nuova piccola era per il genere crime italiano, girato con la regia nervosa di Alexis Sweet (Il Capo dei Capi, Ris – Delitti Imperfetti) e interpretato da volti noti (Antonio Catania, Serena Rossi, Marco Rossetti, Valeria Bilello, Elena Di Cioccio) e meno noti (Pippo Crotti, Marco Feroci), tutti perfettamente nella parte. C’è pathos, c’è comicità, c’è dramma e c’è azione, ci sono casi di femminicidio, narcotraffico e stalking, e tutto torna in un’ottica più credibile e meno fracassona, ma con un ritmo denso che non annoia lo spettatore.
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