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Il Villain

venerdì, 01 maggio 2015 17:13

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Loki
Cristina Roselli
Elemento principe di un buon fumetto è la presenza di una solida nemesi per il protagonista.
Il concetto di villain (il nostrano supercattivo) si è evoluto nel tempo passando da avversari stereotipati e prevedibili a personaggi con un articolato background, spesso talmente accattivanti da offuscare il personaggio principale rendendolo quasi noioso.
Riflettendo sull'idea classica di supercattivo, la mente corre allo “scienziato pazzo” intenzionato a distruggere la vita dell'eroe il quale tuttavia sventerà i piani criminali di costui in una lotta all'ultimo sangue.
Tale partizione tra eroe (buono) e antagonista (cattivo) appartiene alla Golden Age del fumetto americano quando il genere dei supereroi era all'apice della sua popolarità.
L’inizio di un cambiamento di rotta si deve alla Marvel la quale, grazie all'opera di Stan Lee, propose al pubblico non solo eroi con problemi e quindi umanizzati, bensì anche villain carismatici e dalla psicologia complessa, sdoganando l'idea atavica del cattivo senza personalità.
Nel tempo, la netta divisione tra i concetti eroe e villain diviene più sfumata mentre l'interesse del pubblico si concentra su personaggi imperfetti i quali, sebbene non malvagi nel senso classico del termine, vivono ai margini della legalità e della correttezza.
The penguin
Non sorprende quindi che i soggetti più riusciti dell'universo fumettistico siano quelli maggiormente fallati o coloro che riescono sempre a sottrarsi alle grinfie dell'eroe di turno, in attesa di una nuova avventura.
Esempi di questa nuova visione ne sono Loki, che spesso tenta di sottrarre al fratello Thor il trono di Asgard ed altre volte invece collabora per mantenere la pace; numerosi antagonisti di Batman (The Penguin,Two-Face e Catwoman in testa) ognuno con una personalità, spesso con una psicosi, ben delineata; il famoso manga Death Note è un fulgido esempio di dualismo sia del protagonista che della sua nemesi ( anche se la distinzione tra buoni e cattivi risulta talmente sfumata da essere inesistente) mentre in ambito italiano, avversario strutturato in modo da essere quanto di più problematico per il protagonista è Xarabas, padre di Dylan Dog e nonostante ciò suo acerrimo nemico.
Il villain pertanto si è evoluto da mero espediente narrativo a vera e propria figura centrale della narrazione, spesso con una psicologia talmente singolare e ben costruita da oscurare le gesta dell'eroe, dacchè, per dirla come il celebre Gregory House (House M.D.): Good is borin”.
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