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HERGÉ

sabato, 09 maggio 2015 13:13

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Cristina Roselli
Georges Prosper Remi (1907-1983) conosciuto maggiormente con il suo pseudonimo Hergé, è stato uno dei principali fautori del fumetto moderno e fondatore della scuola franco-belga.
Appassionato di disegno e illustrazione fin da ragazzo, l'autore ha sperimentato nel corso della sua carriera diverse tecniche grafiche e narrative; ad esempio, i suoi primi lavori (Les Aventures de Totor) presentavano ancora le tipiche descrizioni dell'azione sotto il riquadro del disegno ma furono presto sostituite dai balloon considerati più immediati e comprensibili.
Iniziata la sua collaborazione con il giornale Le Vingtième Siècle nel 1925; Hergé cominciò proprio in questo periodo ad enucleare le basi di quella che poi diverrà la sua firma stilistica ovvero la ligne claire (linea chiara), caratterizzata da estrema linearità e realismo.
Sulle pagine del Petit Vingtième (supplemento per bambini della testata madre), Hergé principiò la pubblicazione di Tintin, destinato a diventare il suo personaggio più famoso a livello internazionale.
Le avventure del reporter belga dal ciuffo all'insù, accompagnato dal fedelissimo fox terrier Milou, ottennero un successo strepitoso fin dalle prime battute in particolare per il distacco del protagonista dalle solite tematiche fumettistiche che in quegli anni prosperavano, estremamente puerili ed innocue.
Tintin, con i suoi viaggi alla volta di paesi lontani ed esotici, permetteva al lettore di volgere lo sguardo verso culture differenti e spesso sconosciute, sebbene molto spesso venissero raffigurate in modo infantilistico e caricaturale, rappresentazione dovuta perlopiù all'epoca storica.
In brevissimo tempo le peripezie di Tintin spaziarono dall'Unione Sovietica, al Congo all'America divenendo sempre più appassionanti ed accurate in quanto l'autore ricercava scrupolosamente elementi veritieri da inserire nelle proprie storie.
Questa estrema cura nei dettagli ed intrecci della narrazione, portò Hergé a pubblicare nel 1935 Les Lotus Bleu ambientato in Cina al tempo dell'invasione giapponese della Manciuria ottenendo plausi per l'accuratezza delle descrizioni relative alla cultura cinese.
A seguito dell'occupazione tedesca durante la seconda guerra mondiale, Hergé iniziò a lavorare per il quotidiano Le Soir e riprese anche qui la pubblicazione di Tintin; in seguito fu accusato di collaborazionismo e rischiò una lunga permanenza in carcere, fortunatamente sventata.
Nel 1946 l'autore decise di fondare un nuovo giornale, titolandolo proprio Tintin ed includendovi non solo le avventure del personaggio stesso ma anche altre serie a fumetti, ottenendo anche queste un buon successo.
All'apice della sua carriera, Hergè fondò a Bruxelles gli Studios Hergé e, nonostante continuasse a lavorare sulle varie storie di Tintin, l'autore decise di esplorare nei suoi ultimi anni anche una carriera nella pittura astratta, non raggiungendo mai i fasti ottenuti nel mondo del fumetto.
Hergè morirà nel 1983 a causa delle complicazioni di una malattia, lasciando in eredità al mondo la consapevolezza che la fantasia non ha limiti, neppure geografici e che tramite questa è possibile viaggiare in ogni luogo, se non altro tramite l'obiettivo fotografico di un piccolo reporter proveniente dal Belgio.
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