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sabato, 30 maggio 2015 00:06 |
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Cristina Roselli
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Negli ultimi anni, grazie in particolare alle trasposizioni televisive e cinematografiche dell'epopee de La Compagnia dell'Anello di Tolkien nonché de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di G. G. Martin, il genere fantasy ha riscosso un successo insperato passando da genere ad appannaggio esclusivo di pochi appassionati, magari giocatori accaniti di Dungeons & Dragons o de La Leggenda di Zelda, a terra di mezzo anche per i “non addetti ai lavori” i quali sono stati catapultati in mondi dominati da elfi, nani, magia nonché guerrieri duri e puri.
Le tematiche fantasy più ricorrenti si concentrano perlopiù in battaglie tra avversari vari e variegati, generalmente dotati di qualche straordinaria capacità nonché nell'esplicito scopo di sconfiggere il “male”, in ogni forma questo possa presentarsi.
Altro tropo prevalente nelle produzioni fantasy è l'ambientazione di chiaro stampo medievale, che indubbiamente apporta un particolare fascino alla narrazione ed è un ottimo supporto visivo, grazie all'opportunità di mostrare armature scintillanti e abiti di foggia antiquata.
Questa ventata d'interesse ha coinvolto anche il mondo del fumetto, il quale, comunque, è sempre stato molto legato a tali tematiche, particolare questo evidente sopratutto nell'ambito dei manga.
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Uno dei primi capostipiti del fumetto fantastico è rinvenibile già nel 1905 sulle pagine del New York Herald e prende il nome di Little Nemo in Slumberland (Winsor McCay), chiaro richiamo al celebre romanzo di Lewis Carroll Alice in Wonderland; Nemo è un ragazzino di otto anni che tutte le notti, grazie a stranissimi sogni, riesce a vivere incredibili avventure.
Caratteristico esempio dei primi fumetti fantasy di taglio cavalleresco è indubbiamente Prince Valiant (Hal Foster ) apparso nel 1937 all'interno del New York American Journal e poi diffuso in tutto il mondo.
Nel 1970, Conan the Barbarian, uno dei principali beniamini del fantasy moderno anche a distanza di decenni, ottiene la distribuzione delle proprie avventure su albi targati Marvel, spianando la strada ad un numero sempre crescente di narrazioni ambientate in epoche dai contorni mitici.
Una delle opere di maggior pregio di questo periodo, non solo relativamente al genere fantasy, è senza dubbio Elfquest (Wendy e Richard Pini).
Grazie alla trama intricata e di ampio respiro, questo titolo rappresenta l'archetipo di quello che al giorno d'oggi viene comunemente inteso come genere fantasy, concentrandosi sulle avventure di un gruppo di elfi ambientate in luoghi sperduti ed inaccessibili nonché del loro perenne contrasto con la razza degli uomini; Elfquest in breve tempo divenne un fenomeno culturale e punto di svolta per il genere fantastico nel fumetto.
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Per quanto riguarda i manga, alcuni notevoli esempi i risalgono agli anni Ottanta con la pubblicazione nel 1989 del primo tankobon di Dragon Quest- Dai no Daibouken (Riku Sanjo, Kôji Inada) che incarna tutte le tematiche fantasy più comuni, nonché di Berserk (Kentaro Miura) bellissimo manga adatto certamente ad un pubblico maturo a causa dell'alta dose di violenza e tuttavia fulgido esempio di fantasy cavalleresco.
Più di recente, ottimi modelli del genere sono The Slayers di Hajime Zanzaka e Shoko Yoshinaka che unisce magicamente tutti gli elementi classici del genere fantasy e il più recente Claymore(Norihiro Yagi) principiato nel 2001 e concluso solo nel 2014.
Il genere fantasy ha da sempre riscosso un enorme successo in quanto il lettore può proiettarsi in mondi fatati, ricolmi di ostacoli da superare e nei quali, spesso, anche un personaggio impensabile può trasformarsi in un condottiero alla maniera di Sam Gamgee quando spronò Frodo Baggins a non arrendersi al potere oscuro dell'Anello; in quell'istante ognuno di noi si è sentito un po' Sam e, dunque, un po' eroe.
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