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Lo vedi, ecco Marino, la sagra c'è ..... del caos!

sabato, 01 agosto 2015 18:48

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Mafalda Bruno
Come passa il tempo!
Neanche un anno fa, il film La grande bellezza celebrava Roma in tutto il mondo, ne magnificava il secolare splendore, pure con i suoi vizi certo, ma anche questi facenti parte pittoresca del pacchetto all included, era tutto un omaggio planetario verso la città eterna.
Sancito con tanto di Oscar.
In questi mesi cambio di scena. Roma capitale del malaffare, del degrado, di giunte comunali che si sciolgono e si ricompongono in un continuo andirivieni di assessori i cui stipendi, nel frattempo, vengono pagati dai romani sempre più penalizzati ed esausti per i disservizi nei trasporti, nella gestione della nettezza urbana, nella manutenzione delle strade, che è pari a zero e via discorrendo.
Ora qual'é la persona a cui viene naturale lanciare il j'accuse davanti a questo sfacelo?
Naturalmente al Sindaco Marino che si trova sotto scacco non solo a Roma, visto che la notizia della capitale e il suo degrado, sono stati ampiamente documentati anche dai maggiori media stranieri.
Tuttavia sarebbe ingeneroso e superficiale attribuire solo a lui tutte le responsabilità che comunque ha ereditato anche dalle passate giunte comunali.
Inoltre, a ben guardare, ma bene bene, il Dottor Ignazio Marino, con quella faccia un pò così, quell'espressione un pò così diciamo pure che si fa fatica a vedere nel suo aspetto tra lo smarrito e il sorpreso, in una sorta di perenne stato confusionale, un uomo dedito al malaffare, all'intrigo, all'imbroglio tipico della politicanza italiana.
Ma ammesso e non concesso che lui sia davvero un agnello in mezzo ai lupi, qui non si tratta di un agnello qualsiasi: perché lui è la figura chiave, l'emblema in quanto Sindaco, di quel gregge immenso e caotico (e marcio) che è il Comune di Roma.
E pensare che ora, con quattro assessori sostituiti, lui possa fare i miracoli, è pura illusione.
Ecco, il problema Marino forse è proprio questo: non quello che ha fatto, ma quello che ha omesso di fare, vai a sapere perchè.
La débacle di Roma non è solo infrastrutturale, tecnica ed operativa: a monte, c’ è soprattutto un collasso etico quello che ha deturpato la capitale. E se in qualcosa Marino ha mancato, è nell'aver sottovalutato certi segnali di malaffare e brogli che pure gli accadevano intorno, non a chilometri di distanza.
Gestire Roma è una impresa titanica, nessuno lo mette in dubbio. Strano, ad esempio, che non si sia mai pensato di suddividere i quartieri (che sono città nella città più che quartieri) come a Parigi: degli arrondissements, per ognuno dei quali c'è un responsabile plenipotenziario che riferisce e dipende direttamente dal Sindaco: vista l'immensità di Roma non sarebbe forse un'idea del tutto peregrina.
Una cosa è certa: ora è il momento di correre ai ripari ammesso che non sia già tardi.
Il Giubileo straordinario è alle porte, e così come si trova ora la capitale non potrà reggere un simile peso/impegno.
Inoltre deve finire, e al più presto, il balletto del prego, dopo di lei, ma s'immagini tra Campidoglio e Palazzo Chigi: sono settimane che assistiamo a tutto un alternarsi di ti amo e ti odio con risultato, a reti inviolate, di zero a zero.
Roma non è una città qualsiasi dello stivale, Roma rappresenta l'Italia intera, Roma è l'Italia intera, e sulla sua efficienza e prestigio di città, anche europea, la politica si sta pericolosamente giocando non solo milioni di cittadini romani esasperati, perennemente sull'orlo di crisi di nervi, che però prima o poi torneranno a votare, ma anche la nostra immagine e credibilità a livello internazionale.
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