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sabato, 26 settembre 2015 13:59 |
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Cristina Roselli
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Riyoko Ikeda ( Osaka 1947 ) è indubbiamente una delle figure di maggior spicco nell'ambito dei manga, in particolare relativamente al genere shojo.
Sebbene le tematiche di questi manga fossero state da poco sdoganate dal maestro Osamu Tezuka, gli argomenti trattati, spesso a carattere sentimentale e romantico, ne rendevano la pubblicazione e la distribuzione più complessa, particolarmente durante i primi anni della loro incerta diffusione, raggiungendo comunque un pubblico minore rispetto alla controparte shonen.
Ikeda rivoluzionò il modo d'intendere il manga shojo, sia grazie ad uno stile grafico che ancora oggi risulta inconfondibile (seppur modificato da una fisiologica trasformazione e maturazione della mano dell'autrice) sia grazie all'impianto storico nel quale si collocano le vicende dei suoi protagonisti, spaziando dalla Rivoluzione Francese all'epoca napoleonica ed affrontando temi che spesso sono risultatati innovative ed ispirati.
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Autrice del famosissimo Versailles No Bara, conosciuto maggiormente in Europa come Lady Oscar-La Rosa di Versailles, Riyoko Ikeda forma, unitamente ad altre autrici di fumetti giapponesi, il gruppo delle cosidette Magnifiche dell'anno 49, riferendosi al fatto che queste grandi pioniere del mondo dei manga nacquero intorno all'anno 1949; oltre a Ikeda è doveroso nominare ancheMoto Hagio(autrice,tra gli altri, di Thomas no Shinzo e They Were Eleven), altra grandissima mangaka che ha rinnovato il mondo del fumetto nipponico e rimane ad oggi considerata la fondatrice del genere shonen-ai.
Peculiarità delle opere di Riyoko Ikeda, oltre all'estrema e quasi parossistica attenzione per i dettagli e per le rifiniture ambientali, è l'incardinazione storiografica delle proprie opere, rendendole ancora più affascinanti grazie all'estrema caratterizzazione dei personaggi.
Profondi, malinconici e tormentati, l'approfondimento psicologico dei protagonisti è probabilmente l'aspetto più caro all'autrice tanto che, tale concentrazione sull'emotività e sulla psiche, traspare direttamente sia nell'aspetto grafico di ogni singolo lavoro sia nella struttura narrativa nonché, criterio forse più pregnante, nella delineazione delle violente ed indomabili passioni che agitano gli algidi visi dei suoi soggetti.
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Tramite la pubblicazione nel 1972 di Berubara (come viene affettuosamente chiamato dagli appassionati il suo capolavoro Versailles No Bara), Ikeda esplora in luce quasi ante litteram, argomenti della più assoluta modernità, mantenendo costante eleganza e discrezione in ogni inquadratura.
Grande amante delle arti, Ikeda è riuscita anche a raggiungere una Laurea in canto lirico e incidendo un disco come soprano leggero, uscito nel lontano 2003.
Ulteriori opere dell'autrice, che ne mostrano la progressiva sapienza artistica, sono Oniisama (1975), Orpheus No Mado (1975) , Eroica (1984) nonché il più recente Berubara Kids (2006) nel quale l'autrice racconta in chiave umoristica, quasi parodiando i propri protagonisti, l'infanzia diOscar François de Jarjayes e di André Grandier regalando al lettore un inusitato spaccato di vita di due personaggi più tragici (e amati) della letteratura fumettistica contemporanea.
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