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Le scuole sono sicure?

domenica, 14 febbraio 2016 14:09

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Rosario Pesce
La sicurezza a scuola è, certamente, uno dei temi più delicati, oggetto del dibattito fra professionisti ed addetti del settore.
Da quando il dirigente scolastico ha assunto le funzioni di datore di lavoro, egli è responsabile di ogni incidente che si viene a creare nel suo istituto, nella misura in cui non dovesse essere in grado di dimostrare di aver organizzato il servizio scolastico in modo tale da evitare il tragico evento, che avesse coinvolto, eventualmente, studenti o operatori scolastici.
È ovvio che una tale responsabilità, con tutte le conseguenze possibili in sede penale, civile ed erariale, fa sì che il ds, oggi, debba stare molto attento all’imputazione - nei suoi confronti - della “culpa in organizzando”, che potrebbe esporlo ad un’infinità di contenziosi, che ne sporcherebbero l’immagine sociale e, soprattutto, comprometterebbero non poco la sua carriera e la fedina penale.
Non è un caso se, in casi come quello di Roccaraso, il primo indagato risulti il dirigente e, poi, insieme a lui il docente presente in classe nell’ora della morte dell’allievo ed il responsabile del servizio di prevenzione e protezione.
È evidente che la norma non sia benefica per i poveri dirigenti scolastici, che sono, peraltro, oberati anche da tanti altri compiti di natura organizzativa.
Il ds deve segnalare all’Ente proprietario il possibile pericolo, ma non ha l’autonomia finanziaria per procedere alla risoluzione del problema, visto che solo il Comune o la Provincia, a secondo dell’ordine scolastico, possono materialmente mettere mano alla manutenzione dell’edificio di loro proprietà o all’acquisto di suppellettili scolastiche, che non risultino pericolose per gli utenti della scuola.
È ovvio che il ds debba, quindi, fare da anello di congiunzione fra i suoi tecnici di fiducia, che gli dovranno segnalare le criticità, e l’Ufficio Tecnico comunale o provinciale di competenza, nella speranza che, dopo la prima o, più probabilmente, la reiterata ed opportuna segnalazione, si possa procedere finalmente alla rimozione del fattore di pericolo.
Frattanto, però, le famiglie e la pubblica opinione del paese, che ospita la Scuola, vedono nel ds il demiurgo, che può e deve risolvere la problematica sorta, per cui il dirigente scolastico diviene, suo malgrado, un ineludibile punto di riferimento, finanche quando non avrebbe nessun interesse professionale ad assurgere a tanta notorietà.
La scuola, quindi, è il punto debole dell’intera costruzione sociale ed il povero dirigente diviene la professionalità più esposta ai forti venti del giudizio popolare ed, in particolare, a quelli dell’azione giudiziaria, qualora si verificassero incidenti della medesima gravità di quello di Roccaraso.
Infatti, in simili contingenze, si attiva sempre il classico balletto delle responsabilità: il docente o il RLS ha segnalato al RSPP? Questi, a sua volta, ha segnalato al Preside? Il Preside ha segnalato al Comune o alla Provincia? Quante volte lo ha fatto? Lo ha fatto in modo formale? Il Comune, a sua volta, ha risposto formalmente alla comunicazione del DS? Perché il DS non ha proceduto, di fronte ai silenzi dell’Ente Locale, a segnalare il tutto ai Vigili dei Fuoco ed alla Procura della Repubblica, allo scopo di evitare di essere incriminato, una volta poi prodottosi il misfatto?
Come si vede, le domande, che si porrebbe il giudice chiamato ad indagare e quello che deve poi giudicare, non sono per nulla poche e, soprattutto, sono tutte assai importanti, visto che il profilo di responsabilità di un anello della catena non esclude, in linea teorica, quello degli altri attori della partita e tutti insieme rischiano, comunque, di vedere compromessa la carriera.
Cui prodest?
Dal momento che il Dirigente Scolastico deve essere, nelle vesti di datore di lavoro, il vertice del sistema della sicurezza nel suo Istituto, perché non gli si attribuisce, finalmente, la necessaria autonomia finanziaria, per cui, anziché limitarsi a segnalare, quando forse è finanche fin troppo tardi, egli così potrà programmare, ad inizio di ogni anno scolastico, gli interventi opportuni sugli edifici di sua competenza ed esserne responsabile, in termini compiuti, di culpa in eligendo?
Se dovesse succedere qualcosa di grave, almeno egli ne sarà responsabile, perché ha individuato la priorità sbagliata, in termini di messa in sicurezza della sua Scuola, all’inizio del suo mandato o dell’anno di riferimento, ma non ne risponderà per colpe che, sia pure con diversi gradi e sfumature, sono addebitabili invece a così tanti soggetti, che - a volte - si fa fatica a comprendere quale sia quella, obiettivamente, più grave.
Qualcosa, indubbiamente, dovrà cambiare nell’odierna legislazione, perché altrimenti, nei prossimi anni, i dirigenti scolastici saranno sempre più degli agnelli sacrificali, destinati a pagare per colpe, di cui solo in parte ne possono rispondere, per responsabilità soggettive, e di cui, invece, ne rispondono per lo più oggettivamente, in quanto vertici apicali delle rispettive amministrazioni pubbliche.
Il legislatore avrà l’intelligenza per comprendere un simile stato di cose o continuerà a fingere di guardare altrove, visto che, molto spesso, il dirigente scolastico diventa lo scudo per l’Ente Locale, che talora, essendo insolvente, non ha né la voglia, né la disponibilità finanziaria per programmare ed implementare seri interventi per mettere in sicurezza edifici, sovente, vecchi ed obsoleti?
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