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Diego Romeo: i nostri fratelli

venerdì, 04 marzo 2016 07:13

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Lisa Di Giovanni
L’ultimo libro di Diego Romeo non è un classico romanzo ma una raccolta di intensi racconti, basati su storie vere e autentiche che hanno alla base drammi di povere gente, persone senza futuro che affrontano viaggi senza speranza.
Per coloro che volessero approfondire l’argomento: mercoledì 16 marzo, alle ore 18.30, presso il locale Lettere Caffè Trastevere Via San Francesco a Ripa, 100 - 00154 Roma- sarà presentata l’intera raccolta di racconti dal titolo I nostri Fratelli edito dalla Casa Editrice L'Erudita.
Relazioneranno: Andrea Angelini - ex consulente alla disabilità di Roma Capitale, responsabile della Scuola d'italiano per Stranieri della Comunità di Sant'Egidio, Ottorino De Sossi - giornalista, Capo redattore dell'agenzia di stampa Il Velino e ovviamente sarà presente l'autore Diego Romeo.
FtNews ha intervistato l’autore per voi!

Ciao Diego, perché non ci parli un po’ di te? Spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita.
Ciao a tutti.
Prima di tutto voglio ringraziarvi per avermi dato quest’opportunità di raccontare di me e dei miei libri.
Io sono fondamentalmente un sognatore. Forse è un appellativo che si danno in molti, ma penso che veramente sia quello che più mi si addice di più. Fin da piccolo infatti sognavo di vivere in altri mondi o in altri luoghi più o meno fantastici. Da qui il desiderio e la necessità di raccontare i miei viaggio attraverso la scrittura. Ecco cos’è la scrittura per me un diario di viaggio che condivido con gli altri.
Fra le cose che emi piace più fare, dopo scrivere, c’è sicuramente la lettura a seguire viaggiare e cucinare.

Qual è stato il percorso che ti ha permesso di pubblicare i tuoi libri? È stato difficile arrivare alla pubblicazione?
Sicuramente non è stato un percorso breve ne tanto meno facile. Dopo una prima esperienza, pessima, con una Casa editrice a pagamento, mi sono dato all’auto pubblicazione. In questa fase ho conosciuto tantissima gente che mi ha aiutato a crescere e a fare un grande salto di maturazione letteraria. Sempre con il loro aiuto sono riuscito a raggiungere importanti traguardi come pubblicare con due ottime case editrici.
Per questo posso affermare che pubblicare con delle case editrici serie è un percorso sicuramente lungo e difficile ma che non si può fare da solo.

Parlaci di questo nuovo libro.
Questo nuovo libro in verità non è un romanzo come tutti gli altri ma è una raccolta di racconti che hanno come denominatore comune i poveri. Sono dieci storie, tutte basate su storie vere, che parlano dei drammi moderni. Dai senza fissa dimora ai nuovi poveri ai viaggi delle speranza. Insomma un mondo che ci circonda ma di cui spesso ignoriamo l’esistenza.

Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella promozione dei tuoi libri?
Le difficoltà sono sicuramente due. La prima è la scarsa importanza che si da alla lettura in Italia. Il libro non è un prodotto che va per la maggiore oggi e quindi ti devi sempre di più ingegnare per trovare spazi alternativi e dedicati. Come le fiere per esempio. Il secondo ostacolo che ho potuto riscontrare è la chiusura totale che le distribuzioni fanno agli scrittori emergenti, che si traduce nel puntare sempre e solo sullo stesso cavallo vincente senza cecare veramente nuovi talenti, sprecando di fatto un sacco di risorse della letteratura italiana.
Quanto è importante secondo te la promozione per il successo di un libro?
Purtroppo il 90%. Dico purtroppo perché abbiamo visto come azioni di marketing massiccio hanno decretato il successo di un libro al di là del suo effettivo valore culturale. Dal mio punto di vista il libro non è un prodotto commerciale come gli altri. Il successo di un libro non dovrebbe dipendere dall’attività di marketing ma dal suo effettivo valore culturale. Lo so è utopico quello che dico, ma per me è così. Troppi prodotti mediocri hanno avuto successo a causa di tale attività a discapito di prodotti ben più validi, con la conseguenza che il livello medio culturale si è abbassato.

Cosa vorresti dire ai tuoi lettori, che non abbiamo ancora scoperto nel tuo blog o nei tuoi romanzi?
Che per arrivare da qualche parte non si deve mai essere da soli. Da soli non si arriva da nessuna parte. Solo con gli altri e, soprattutto, confrontandosi con gli altri si cresce e si può andare avanti.

Se ti chiedessi di parlare di cosa provi quando scrivi, dei tuoi conflitti, delle tue paure, cosa risponderesti?
Quando scrivo sono felice e basta. Certo ho sempre paura di fallire o di scoprire che quello che ho prodotto non piaccia ma tanto è l’adrenalina che ho nel sangue quando scrivo che alla fine non penso mai al fallimento ma solo a raggiungere l’obbiettivo. Poi detto fra noi, io sono migliorato proprio grazie ai miei fallimenti. Ogni volta che un mio testo veniva bocciato io mi mettevo lì a riscriverlo per migliorarlo. Per cui ben vengano le critiche costruttive, perché senza di quelle non sarei arrivato dove sono oggi.

Scrivi per successo o per bisogno? Cosa ti spinge realmente?
Come ti accennavo prima io scrivo per bisogno. Ormai è diventata una dipendenza a cui non riesco a far a meno, anche a discapito di tante altre cose.

Che cosa sogni per il tuo futuro? E che cosa ti aspetti dalla vita?
Ovviamente io sogno di diventare uno scrittore che vive del suo lavoro, questo è molto utopistico lo so, per questo la mia parte razionale mi suggerisce di aspettarmi un medio successo letterario che mi da qualche soddisfazione e di non illudermi troppo. Purtroppo per me, per voi, io sono un sognatore e come tal tendo a dare più retta ai miei sogni più che alla mia razionalità.
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