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Noi cittadini d'Europa: tra angoscia, impotenza e orrore

mercoledì, 27 luglio 2016 22:19

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Mafalda Bruno
Ormai è un continuo. Non facciamo in tempo a soffrire e piangere le vittime di un attentato che subito le notizie ce ne parano un altro davanti, e tutti con la stessa connotazione atroce.
Di sicuro una cosa di questi tempi è comune a tutti gli europei: l'angoscia mista ad impotenza nel vedere ripetutamente in azione, sulla cresta dell'onda, chi ha in dispregio totale la vita altrui e la libertà personale di ognuno di noi. In altre parole, i nostri secolari valori democratici.
Stiamo amaramente prendendo atto di una realtà: è finita la pax europea di cui abbiamo beneficiato per decenni. E forse qui si annida il primo errore che adesso caro ci sta costando: il non aver colto per tempo, ed arginati, certi segnali di follia omicida, sperando, forse ingenuamente, di riuscire a pararli perché il "grosso" dei cittadini europei, i suoi governanti, erano (eravamo) sicuri di poter controllare e reprimere. Ti pare mai possibile che qualche pazzo isolato può arrivare ad annientare o attentare ai nostri valori fondamentali?
Bè lo stanno facendo, e glielo abbiamo permesso noi. E forse a causa della cecità e superficialità di chi tiene le redini del comando, siamo nel bel mezzo di una guerra senza fine. Ad ogni attacco, ad ogni nuova barbarie, i "grandi" ripetono (blaterano?) solo parole su parole alle quali, ormai, si fa una gran fatica dare credito, disillusi e attoniti come siamo nel vedere bambini falciati da camion impazziti, da ragazzi uccisi solo perché rei di essere andati da Mc Donald o ad un concerto, o di un anziano sacerdote che tutto avrebbe pensato, meno che finire la sua vita martirizzato come ai tempi di Gesù.
Non sarà facile scrollarci di dosso la sensazione di fallimento, di sconfitta, di tramonto sulle nostre convinzioni del convivere pacifico e civile. Sta anzi diventando sempre più difficile vedere un futuro di pace, dacché le istituzioni preposte a tale compito appaiono sempre più impreparate ed annichilite. E ormai sta francamente stancando anche il dibattito che queste tragedie stanno scatenando: la destra europea che cavalca l'onda per acquisire consensi e la sinistra che brancola nel buio e nell'inefficienza. Intanto, però, la gente muore.
Si sta sgretolando la nostra realtà democratica, e di certo l'immigrazione - che doveva essere sinonimo di integrazione, di arricchimento culturale e sociale - non aiuta a sperare in tempi migliori: ma come uscirne se gli attentatori alla nostra civiltà li abbiamo cresciuti tra noi, naturalizzati francesi, tedeschi, belgi ecc..?
Questi sono dati di fatto: non si tratta di una crisi di pessimismo momentanea, causata dalla pena e dal dolore per i brutti episodi a cui stiamo assistendo. Forse, forse, le uniche parole di speranza, almeno per chi crede, sono proprio quelle rivolte ai propri fedeli da Padre Jacques Hamel, prima di essere barbaramente assassinato:
Preghiamo per coloro che hanno più bisogno, per la pace, per un migliore vivere insieme. Questo è l'anno della misericordia. Facciamo in modo che il nostro cuore sia attento alle cose belle, a ognuno, e a quelli che rischiano di sentirsi un po' più soli. Che le vacanze ci permettano di fare un pieno di gioia, di amicizia, di ritorno alle origini. E allora potremo, ricaricati, riprendere il cammino insieme. Buone vacanze a tutti. Padre Jacques.
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