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Un altro devastante sisma: la pagella dei promossi e dei bocciati

giovedì, 25 agosto 2016 13:34

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Mafalda Bruno
Non si dimentica, non si può. Una volta che nella vita hai sentito quel boato tremendo, surreale, a cui fa seguito la distruzione e l'annientamento di vite umane e lo stritolìo di muri e fondamenta che radono al suolo interi paesi, non lo dimentichi più.
E ancora una volta siamo lì a fare la conta delle vittime, davvero tante, troppe. Gente sorpresa mentre dormiva, ignara del pericolo incombente; i terremoti hanno questa sinistra particolarità, quella di strapparti alle tue certezze, ai tuoi sostegni quotidiani, e colpiscono quando sei più indifeso e completamente impreparato a reagire e difenderti.
Ciononostante, sembra quasi che il nostro Paese non riesca a fare tesoro di queste brutte, devastanti esperienze. E dire che sono anni ormai che la stiamo pagando cara, molto cara. Non solo in termini di vite umane, cosa già gravissima; si calcola infatti che sinora, i danni economici derivati dai terremoti e alluvioni degli ultimi 40 anni, ammontino a circa 80 miliardi di euro! Roba da azzerare gran parte del nostro debito pubblico!
E questo non ci piace: non ci piace questa Italia che non impara dai propri errori, che non si assume le sue responsabilità, che rinvia, rallenta le procedure di ricostruzione di case nelle quali, chi ci ha abitato per una vita, forse non riuscirà più a rientrare prima di lasciare questo mondo. Ben vengano le tende ed altre soluzioni temporanee: ma che siano temporanee e non eterne, come dimostrano ancora le situazioni delle zone degli ultimi terremoti. L'Aquila docet.
Non ci piace questo non investire nel futuro, il non scegliere la risoluzione dei problemi alla radice. Mettiamo pezze su pezze (in questo siamo bravissimi!!) versiamo lacrime, elargiamo cordoglio e preghiere... e così via, fino alla prossima tragedia.
Ci piace invece e tanto, l'Italia dei volontari, quella che scava tra i detriti, quella che dona sangue, quella che si rimbocca le maniche e si mobilita per soccorrere, per provvedere alle prime necessità dei sopravvissuti, quel volontario che alla signora sotto le macerie dice: "Signora si faccia coraggio, io ora mi giro, faccia pure la pipì dove si trova".
Ci piace che un ristoratore campano, abbia deciso di devolvere l'incasso di una giornata dei suoi bucatini all'amatriciana, ai sopravvissuti del sisma.
E ci piace Facebook: signorsì. Perchè ha consentito, subito dopo la scossa fatale, di inviare messaggi accorati, sentiti e profondi. Come stai? State bene? Fateci sapere vostre notizie. I social network, in questa fase, vanno promossi a pieni voti. Poche parole, niente vanitosità inutili o battute fuori luogo, niente esibizionismi personali, ma solo tanto, tanto cuore ed ansia sincera per chi era in quei luoghi. Ugualmente lodevole la campagna che si sta svolgendo in queste ore per organizzare la raccolta di aiuti di ogni genere, un tam tam solidale che commuove e ci fa pensare che, grazie a Dio, in mezzo a tanto menefreghismo superficiale, a tanta inefficienza, a tante inutili ciance, c'è la vera Italia.
Quella della solidarietà disinteressata verso i propri connazionali più sfortunati.
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