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sabato, 24 settembre 2016 08:18 |
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Fabio Falzone
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Il referendum costituzionale, che tanto sta facendo discutere, si avvicina sempre di più, ed è tutto un affanno di spiegazioni tra le opposte fazioni: quelle del NO e quelle del SI.
Ma il referendum cosa propone? Proviamo a riassumerlo in poche parole. Attualmente vige un bicameralismo perfetto. Tutte le leggi, quindi, devono passsare attraverso le due camere. Così come la fiducia al governo. La riforma si propone di ridurre ad un solo organo che dovrà approvare leggi e dare la fiducia al governo. Il senato, invece diventerà un organo rappresentativo delle regioni, con un numero di membri pari a 100 invece dei 315 attuali. Diventerà propositivo, cioè potrà proporre modifiche entro 30 giorni che però non è detto siano accettate dalla camera. I senatori parteciperanno all'elezione del Presidente della Repubblica, ma fondamentalmente fungeranno da tramite tra stato ed organismi locali.
Sono previste anche altre limitazioni quali: -Abolizione del Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro; -Titolo V della costituzione e competenze stato/regioni; -Modifica del quorum per i Referendum abrogativo e leggi d’iniziativa popolare.
Parlando in soldoni, tutto lo scontro avviene fondamentalmente sull'abolizione del senato, così come lo conosciamo oggi, e dare l'appoggio al Presidente del Consiglio o cercare di farlo decadere. Molteplici sono state le motivazioni espresse sui media per giustificare la scelta del NO. Altrettanti per perorare la causa del SI.
Tra i sostenitori del SI al referendum ci sono costituzionalisti, rappresentanti del mondo accademico, ex ministri. Per esempio: Franco Bassanini; Tiziano Treu; Stefano Ceccanti; Guido Tabellini; Paolo Carrozza; Angelo Panebianco; Michele Salvati; Salvatore Vassallo.
Fondamentalmente quali sono i motivi del SI?
Sparisce il bicameralismo, e quindi diminuiscono i rappresentanti, diminuiscono i costi, basta una sola fiducia, viene introdotto il referendum propositivo ed il quorum per quello abrogativo ha un quorum che deve tener conto dell'astensionismo e non rimane fisso in maniera rigida (inutile chiedere il 50%+1 dei votanti se poi non vota nessuno), non si dovrebbe andare a votare per l'italicum, salvandoci così dal premio di maggioranza alla lista.
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Incisione di Palazzo Madama (XVIII sec.), oggi sede del Senato della Repubblica
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Nella riforma è prevista una limitazione del ricorso ai decreti legge a cui tutti sono ricorsi a piene mani. Le materie strategiche — tra le quali i trasporti e l’energia — tornano alla gestione dello stato. Grazie alla nuova funzione di mediazione del senato il contenzioso stato-regioni si ridurrà notevolmente.
La Costituzione del ’48 è stata stabilita nel modo che conosciamo perché in quel contesto storico, usciti da una guerra e con la guerra fredda alle porte, si temeva il ritorno di forme di autoritarismo. Certamente chi difende il No si basa molto su una serie di condizionali ed ipotesi tipo: sarebbe stato meglio.... non si riducono poi così tanto i costi... un premio di maggioranza non è di per sé incostituzionale... i referendum propositivi sono solo fumo negli occhi …. etc
Un saggio detto recita: il bene è nemico del meglio.
L'Italia è bloccata nel suo sviluppo proprio per questo motivo. Il legislatore, nell'ottica di prevedere tutto, di fare “il meglio” possibile, non riesce a fare tutto. E per fare “meglio” spesso non si riesce nemmeno a partire. Vengono approvate leggi che, dopo anni di iter camera/senato, finalmente raggiungono la legge. Ma poi? Manca la normativa di attuazione. Infatti se la legge (è un esempio di spirito) prevede la fornitura di una automobile ad ogni cittadino (e tutti sarebbero felicissimi ed attenderebbero con ansia la consegna) nulla potrebbe essere fatto se non venisse scritta la norma che spiega: come, a chi, quando, in che modo, con quali tempi, con quali moduli e con quali firme, con quali bolli e pagando quali tasse a chi e quando etc.
Conclusione, non si fa quasi nulla.
Perciò, se una volta tanto si possono modificare, anche se non in modo perfetto, le normative per cui tutti si sono lamentati per anni, non sarebbe positivo? Tutti (salvo i diretti interessati) si sono sempre lamentati del bicameralismo, del numero di gestori delle leggi italiane e dei relativi costi e della lentezza dell'iter. Certo, tutti si sarebbero aspettati l'abolizione assoluta del senato, ma credo che un passo sia sempre l'inizio di un cammino. Un passo per volta si cambiano le situazioni, non è possibile mai saltare a piè pari dalla partenza all'arrivo.
Perchè votare SI? Per almeno iniziare a percorrere un cammino che possa arrivare alla mèta agognata: un governo corretto e non corrotto.
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