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Last Christmas: la strana (profetica?) coincidenza della scomparsa di George Michael

mercoledì, 28 dicembre 2016 08:12

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Mafalda Bruno
E' stato davvero il suo ultimo Natale, e neanche vissuto al completo visto che il decesso della pop star ha coinciso proprio con la mattina del giorno 25 dicembre scorso; la scoperta del corpo è avvenuta poco prima dell'ora di pranzo, da un amico che lo ha trovato senza vita nella sua villa dell'Oxfordshire.
Lo sconcerto e il dolore dei fans è rimbalzato su tutti i media, come già era successo per David Bowie e per Prince. Il 2016 si è portato via dei veri colossi musicali internazionali, e questo va riconosciuto, qualsivoglia genere musicale si possa poi personalmente prediligere.
Ma chi era George Michael? Come ha vissuto il suo breve tratto di vita come artista della musica? Gli esperti musicologi sapranno tracciare il vero ritratto di questo artista: a noi è arrivata una voce elegante, che ha visto in pieno il successo, tra tanti dischi celebri, proprio con Last Christmas, un piacevole brano dal fraseggio semplice e orecchiabile. Al punto da entrare a pieno titolo tra i brani natalizi quasi al pari di Bing Crosby e Frank Sinatra con il loro celebre "White Christmas".
Una vita non facile o semplice quella del cantante scomparso: dopo gli esordi nel gruppo degli Wham! durante i quali divenne famoso vestendo un look romantico e i capelli mesciati, i suoi fans lo incoronarono da subito sex symbol ad honorem. A questo periodo seguì poi un altro in cui invece il suo personaggio divenne di quelli belli e dannati: un macho tosto con la barba sempre incolta e pantaloni stretti fino al limite del possibile.
Poi cala il silenzio: il silenzio discografico e, di conseguenza, quello della sua fama. Sembra, quello di George Michael, un copione già letto: un déja vu di vita sregolata, decretata a tavolino a seconda del successo o meno che raggiungeva con i suoi dischi. Capita ai divi musicali pop di passare dalla stalla alle stelle, andata e ritorno, a seconda della fama che raggiungono con i loro dischi. Del resto, il cantante non ha mai fatto mistero con nessuno della vita sregolata che ha condotto quando il successo gli voltava le spalle.
Più che interviste, infatti, pare che le sue dichiarazioni ai media sembravano vere e proprie sedute di psicanalisi, durante le quali sciorinava come un fiume in piena i suoi disagi, i demoni da cui era perseguitato e l'assunzione di droghe che, in una occasione, fece sì che la polizia lo fermasse mentre era nella sua macchina addormentato e trovato in possesso di stupefacenti. Per lo stesso motivo in un'altra occasione sfondò la vetrina di un negozio perché imbottito di cannabis.
Una generazione intera ora lo piange e lo rimpiange (mutatis mutandis è capitato ad altre generazioni, tipo quella nostra per John Lennon).
Triste destino quello di molte star della musica: non per la morte in sé che sappiamo essere regola di Natura su cui siamo tutti impotenti. Triste perché i decessi sono avvenuti in età prematura rispetto alla loro carriera artistica. Come non ricordare anche Michael Jackson, Whitney Houston, Amy Whinehouse o la nostra Mia Martini, solo per citarne alcuni; tutti scomparsi prematuramente rispetto a quello che al mondo della musica e ai loro fans potevano ancora dare. Cioè tanto. Elencarli tutti è impossibile, ma lo stesso Mozart se n'è andato nel pieno del suo valore immenso e irripetibile.
Triste perché lo stesso successo e l'amore dei loro fans li ha poi distrutti, stritolati nei loro problemi per un clamore di fama e notorietà che un momento era al culmine e in seguito si poteva oscurare per anni. Momenti di buio e vuoto che loro hanno cercato di superare ricorrendo all'uso di droghe, forse nella speranza di risorgere musicalmente, o di dimenticare quei momenti tremendi di solitudine esistenziale, soli sì, pur essendo acclamati da milioni di fans.
Triste perché questo è il volto reale e tremendo del successo: esalta e deprime, osanna ed annienta, ricopre di gloria e riduce in miseria, da lustro e fama ma il baratro oscuro del dimenticatoio è sempre lì, in un pericoloso e perenne agguato.
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