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L’AMICO DEL CUORE al Teatro Ambra Jovinelli di Roma

lunedì, 12 gennaio 2015 15:03

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foto di Gaetano Livigni
Dal nostro inviato
Alessandra D'Annibale
Al teatro Ambra Jovinelli di Roma è in scena una divertentissima commedia di Vincenzo Salemme con Biagio Izzo che mette in scena un grande e mai sorpassato quesito: cosa non faresti per il tuo amico del cuore?
O meglio: fin dove arriva la tua generosità o “carità cristiana”, come viene citata nella commedia?
Soprattutto se improvvisamente vieni a sapere che il tuo caro amico sta per sottoporsi ad una rischiosissima operazione al cuore con pochissime probabilità di sopravvivenza!
Se è davvero il tuo migliore amico, allora la risposta è semplice: si farebbe di tutto!
E se questo tuo migliore amico ti chiedesse, come ultimo desiderio, di andare a letto con tua moglie?
Beh, a questo punto la risposta si farebbe più complicata e lascio ai lettori la personale riflessione!
A Salemme infatti bisogna dare il merito di saper usare la comicità per creare spunti di riflessione sui falsi condizionamenti che dirigono la vita di ognuno di noi.
L’amico del cuore è una commedia che Salemme scrisse nel 1991, come atto unico che si intitolava “L’ultimo desiderio”, la modificò in due atti nel 1995, e diventata, poi un film nel 2008. Il fulcro attorno al quale gira tutta la performance è l’ipocrisia di Michelino, l’amico buono dello sventurato Roberto Cordova.
Questo divertentissimo spettacolo, da cui è stato tratto il film che sbancò ai botteghini, è ancora più divertente grazie all’irresistibile binomio di Biagio Izzo e Vincenzo Salemme alla regia.
La trama è nota. Michelino, Biagio Izzo, un fortunato uomo di successo sposa Frida, bellissima svedese simbolo della libertà e della Svezia senza tabù. Leggera e dall’aria innocente Frida diventa, nella borgata di un piccolo paese, la donna-oggetto tanto ambita da tutti, persino dall’uomo ambiguo che è insito nel ministro di Dio, padre Leonardo.
foto di Gaetano Livigni
La commedia si apre in platea con la confessione, l’atto liberatorio per mettersi apposto con la coscienza.
Roberto Cordova si rivolge al prete del paese per purificare il suo ego flagellato da un unico e insano proposito: andare a letto con la moglie del suo caro amico Michelino, prima di affrontare il trapianto al cuore di incerta riuscita.
Nonostante l’invito a desistere da parte di padre Leonardo, Roberto, dopo aver affrontato l’amico e la moglie per portare a compimento il suo ultimo desiderio, riesce nel suo intento.
Mantenere la facciata del buono amico, del marito devoto e comprensivo, porta il povero Michelino in uno stato di sofferenza che sfocia in uno shock confusionale, abilmente drammatizzato in scena da Biagio Izzo.
Lui, uomo moderno, che aveva nascosto tutte le sue debolezze dietro la costruzione di un alter ego evoluto, democratico, e sprezzante di ogni forma di gelosia, è costretto a gettare la maschera allorquando la moglie accetta di andare a letto con l’amico.
Nonostante il dubbio emergente, se il vero amico è colui che chiede o colui che non chiede, l’incapacità di ribellarsi al dolore interiore prende il sopravvento su Michelino, il quale supera il momento infelice, e perdona tutti.
Passano i mesi, si avvicina il Santo Natale, Frida è in dolce attesa da sette mesi. Roberto, sopravvissuto al trapianto, fa ritorno dagli Stati Uniti appena scopre dell’arrivo del bambino poiché, molto probabilmente, è figlio suo dal momento che Michelino soffre di una forma acuta di sterilità, mai comunicato alla moglie. Ma, quando tutti ormai sono convinti che la verità è una sola, arriva la ginecologa di Frida a ingarbugliare la matassa con l’annunciazione: il bebè nascerà un mese prima della data stimata, un errore di calcolo corretto con gli esiti dell’esame HGC.
Di chi sarà figlio il bambino tanto voluto da Frida?
foto di Gaetano Livigni
Michelino non lo saprà mai, ma l’angosciosa esistenza generata dal trascinarsi dietro una vita bella come una favola di burro è il prezzo da pagare.
“Dalle prime letture mi sono reso conto che la commedia, dentro la trama comica, ha una vena di profonda cattiveria.” – commenta Salemme. In effetti dalla storia emerge proprio la crudeltà dei rapporti umani.
“Mi piacerebbe che Roberto Cordova diventasse un uomo che coglie nella propria malattia un occasione di rivalsa nei riguardi dell’amico più fortunato, quell’amico del cuore, Michelino, che ai suoi occhi appare un uomo di successo per di più sposato con una donna bellissima”- continua Salemme.
I due sono amici dall’infanzia e probabilmente, Roberto, da sempre pensa che l’amico abbia avuto una vita più facile, più fortunata. Quale occasione migliore quindi per vendicarsi di quell’amico che si dice uomo aperto e democratico, quell’uomo che giudica la gelosia un sentimento barbarico, quale occasione migliore per dimostrare che le sue sono soltanto chiacchiere?
“Quindi in definitiva mi piacerebbe che questa edizione fosse proprio un duello, in cui l’arma scelta dai contendenti non è la spada ma l’ipocrisia”. E come sempre Salemme, ormai avvezzo ad innescare nel pubblico il tarlo dell’equivoco ci ha lasciato con un interessante quesito: esiste l’amicizia vera, quella che nulla chiede e tutto concede?


TEATRO AMBRA JOVINELLI
8– 18 gennaio 2015
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