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Alessandra D'Annibale
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A dieci anni dal primo film, ancora una volta l’universo di Magic Mike rappresenta l’apoteosi del desiderio. “Magic Mike – The Last Dance”, terzo capitolo della saga ‘Magic Mike’, riunisce nuovamente il team creativo del primo film: Channing Tatum riprende il ruolo di Mike Lane, mentre Steven Soderbergh torna alla regia del film, basato su una sceneggiatura di Reid Carolin, già autore dei primi due capitoli. Protagonista al fianco di Tatum è Salma Hayek Pinault.
Sin dalle prime scene, The Last Dance sembra un film dai toni melanconici, strutturato sulla dicotomia tra ricchi annoiati e poveri demoralizzati. Per “Magic” Mike è giunta l’ora di tornare sul palco, dopo una lunga pausa e in seguito ad un affare fallito che lo ha lasciato al verde, costringendolo a lavorare come barman nei locali della Florida. Nella storia, Mike si trova a Miami: è in sospeso e con le tasche vuote, a causa del fallimento della sua attività nel settore dell’arredamento. Il lavoro temporaneo da barman, tuttavia, si rivela fortuito quando incontra una donna misteriosa, Maxandra Mendoza, che dopo una notte passata insieme, offre a Mike un'opportunità che non può rifiutare, e che potrebbe cambiargli la vita, per sempre.
IL film inizia quindi con una fine: Mike sembra aver compresso la sua arroganza erotica e deve ricominciare in un mondo che gli ha voltato le spalle, ripartire da zero ma, come un buon self-made-man americano, riesce a cogliere l’occasione del destino. Che ha le fattezze di Maxandra, un’altolocata signora messicana di stanza a Londra (Salma Hayek).
Il loro primo avvicinamento si sviluppa prima come la coreografia (a pagamento) di un atto erotico che risveglia il desiderio della donna, e poi come un vero e proprio incontro d’amore ipotetico, che però resta fuori campo. Dalla transazione si passa al rilancio: la signora offre a Mike di andare con lei a Londra e gli propone un progetto a scatola chiusa che solo lui può portare a termine.
Con la speranza di partecipare a quello che considera l’ultimo show della sua carriera, Mike si dirige a Londra con la donna ricca e altolocata. La posta in gioco è altissima quando Mike scopre cosa ha veramente in mente la donna: riuscirà, insieme ad un nuovo gruppo di ballerini da rimettere in carreggiata, ad essere in grado di farcela. Scritto volutamente sul doppio binario di storia, segue il tipico canovaccio della “commedia sull’allestimento di uno spettacolo”: la missione impossibile, gli ostacoli da superare, il climax ascendente, la storia d’amore che procede in parallelo, il tutto accompagnato da una buona musica e da performers di danza straordinari. Infatti, la qualità dei ballerini in questo ultimo capitolo della trilogia è davvero altissima, nonostante l’occhio cada spesso sui fisici scultorei! Per Tatum, tornare nei panni di Mike ha significato non solo sottoporsi a una rigorosa routine di allenamento, oltre a lavorare sulle coreografie di danza da zero, al fianco della squadra di coreografi, ma riprendere un ruolo di sex symbol in versione matura.
In ogni caso la sua prestanza fisica, e la sua carica sensuale non sono state scalfite dal tempo!
Tatum, che è anche produttore, osserva: "Nel primo film Mike rifletteva su cosa stesse facendo della sua vita. Nel secondo capitolo tutti i ragazzi vengono messi su un piedistallo facendo emergere le loro personalità, e mettendo comunque sempre al centro la vita di questi uomini. A mano a mano, le donne nei film sono diventate più disinibite, più esplicite su ciò che vogliono, e abbiamo quindi creato gli spettacoli dal vivo. Così facendo però, abbiamo altresì sentito la necessità di realizzare questo terzo film per ridefinire la figura di Magic Mike. Volevamo inserire nella pellicola i migliori ballerini del mondo, e presentare una forte protagonista femminile che fosse fondamentale per la storia e importante quanto Mike per la trama”.
Il film è una favola che ci racconta della libertà del sentimento, e di come sia ora di dire basta alle convenienze, all’opportunità che diventa opportunismo, a una conservazione del benessere, delle sicurezze materiali che diventano catene e che portano all’involuzione.
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